Elena Ferrante, «Storia di chi fugge e di chi resta» (2013)
L'autrice
Elena Ferrante è lo pseudonimo di una scrittrice o di uno scrittore di cui non si sa nulla; forse è nata a Napoli, ma ha vissuto molti anni all'estero. Afferma che per lei parlano i suoi libri e non intende apparire, promuovere, partecipare ad eventi ecc...in tal caso smetterebbe di scrivere. Questo il patto vincolante siglato con la casa editrice e/o che la pubblica da venti anni.
Ha scritto: L'amore molesto, da cui Mario Martone ha tratto il film omonimo; I giorni dell'abbandono, da cui Roberto Faenza ha tratto un film; La frantumaglia, in cui racconta la sua esperienza di scrittrice; La figlia oscura 2006; La spiaggia di notte, racconto per bambini 2007; L'amica geniale, primo volume 2011; Storia del nuovo cognome, secondo volume 2012.
Il romanzo
Il terzo volume che racconta la storia fra le due amiche Lina e Lenù, storia di chi resta e di chi fugge, si apre nell'anno 2010. Elena Greco (Lenù) vive a Torino, osserva lo scorrere del Po e ha incontrato l'ultima volta Lina a Napoli cinque anni prima.
Ed Elena Ferrante riprende la vicenda delle due amiche da dove aveva terminato nel secondo volume e possiamo seguire parallelamente quanto accade loro in un susseguirsi continuo di ritrovarsi e lasciarsi.
Siamo negli anni settanta e intrecciate alle vicende personali, in modo fluido e chiaro, vediamo scorrere gli avvenimenti storici che hanno caratterizzato l'Italia in quel periodo: le occupazioni studentesche all'Università, le lotte operaie nelle fabbriche, il manifestarsi del terrorismo, la nascita e lo sviluppo del femminismo.
Al centro però ci sono sempre loro due o, come a volte si può pensare la stessa donna con due facce: la città d'origine – il rione a Napoli; le città del nord; lavorare o studiare; amare o odiare gli uomini; fare figli oppure no...e così via
Più precisamente Lenù è andata via dal rione, ha studiato alla Normale di Pisa, si è laureata, ha pubblicato un romanzo di successo che le ha apero le porte di un ambiente colto e benestante, si è trasferita a Firenze, si è sposata con un giovane docente universitario, ha avuto due figlie, ha sofferto l'aridità del rapporto matrimoniale, ha pubblicato un secondo testo sul femminismo, ha attraversato momenti di crisi e di depressione, ha poi conosciuto l'amore passionale con Nino, con cui aveva avuto da ragazza una breve relazione.
Lina è rimasta a Napoli, ha un figlio, vive con Enzo,lavora duramente in una fabbrica di salumi, sfruttata e dove si è costretti a subire i soprusi del padrone, ma non si abbassa mai, non si arrende di fronte a nulla , il suo carattere è duro e forte. Gli anni passano e accetta un nuovo lavoro, ben pagato, come programmatrice IBM in una nuova azienda di proprietà del mafiosetto del rione.
Tuttavia in questo romanzo, come nei due precedenti della trilogia, raccontare la trama è poca cosa perchè è la scrittura della Ferrante che cattura chi legge, non si riesce a staccarsi dalla pagina tanto il ritmo è avvincente, tanto si desidera di sapere cosa accadrà ai personaggi dopo; ci accorgiamo solo alla fine che manca la descrizione degli ultimi anni, sappiamo infatti che le due amiche sono ormai sessantenni, quindi avremo, speriamo presto, un quarto volume.
Sempre per le edizioni e/o uscirà anche un unico volume di circa 1500 / 1600 pagine.
La Ferrante scava nell'animo femminile, nei meccanismi spesso contorti dell'amore e delle relazioni interpersonali, nell'amicizia, nei suoi risvolti a tratti ambigui cioè scava dentro di noi; per questo la sua scritturà è affascinante, ci prende totalmente.
La Ferrante scava anche negli ambienti sociali; Napoli con i ricatti del più forte nel rione, con la reatà dell'usura, con i matrimoni di convenienza, con il predominio maschile, con la violenza fascista, con gli ambienti familiari degradati in cui pare che non ci sia affetto ma solo durezza, cattiveria.
Non risparmia la descrizione dell'altro mondo che Elena ha conosciuto e frequenta, quello colto, benestante degli intellettuali, del decoro formale e lo descrive, a Firenze, a Milano, nel marito algido cattedratico di latino, contestato dagli studenti e troppo rigoroso e freddo anche nella vita coniugale.
Abiamo uno scenario completo, fatto di speranze e incertezze, di tante umanità, di tante verità, di vite diverse, di uomini e donne con i loro sentimenti e le loro debolezze.
Sottolineo ancora una volta, in conclusione, che trama, eventi, personaggi sono sì centrali ma l'attrazione di questo libro consiste nella scrittura, nel ritmo che la Ferrante riesce ad esprimere, nella costruzione delle frasi, nella scelta delle parole a tal punto da aver ricevuto recensioni di questo genere: “Elena Ferrante potrebbe essere la migliore scrittrice contemporanea di cui abbiate mai sentito parlare” (The Economist); “I personaggi femminili di Elena Ferrante sono vere e proprie opere d'arte” (El Paìs).
Pour citer cette ressource :
Maurizia Morini, "Elena Ferrante, «Storia di chi fugge e di chi resta» (2013)", La Clé des Langues [en ligne], Lyon, ENS de LYON/DGESCO (ISSN 2107-7029), mars 2014. Consulté le 08/10/2024. URL: https://cle.ens-lyon.fr/italien/litterature/bibliotheque/elena-ferrante-storia-di-chi-fugge-e-di-chi-resta