Sebastiano Vassalli, «Le due chiese» (2010)
L'autore
Sebastiano Vassalli è nato nel 1941 a Genova e vive in provincia di Novara; è stato insegnante e giornalista ed è considerato uno dei maggiori scrittori italiani contemporanei.
Fra i numerosi romanzi pubblicati (Einaudi) segnaliamo: La notte della cometa; Sangue e suolo; L' oro del mondo; La chimera; Marco e Mattio; Il cigno; Cuore di pietra; 3012; La morte di Marx e altri racconti...
Il libro
Tutto incomincia con quattri spari che riecheggiano nel silenzio della montagna. Tutto incomincia con un corpo immobile nella neve macchiata di sangue.
Una grande guerra e una grande montagna. Un inno che per più di un secolo ha rappresentato i sogni e le speranze di miliardi di uomini, e che sta per essere dimenticato. Un intrecciarsi di destini e di vicende sullo sfondo di un continente, l'Europa, e di un secolo, il Novecento.
Queste le sommarie informazioni della IV di copertina dell'ultimo romanzo di Sebastiano Vassalli che unisce le storie e la Storia, il pubblico e il privato, le guerre e le cose del quotidiano, le ideologie e gli affetti.
Tutto questo descritto nel microcosmo di un paesino alpino - Rocca di Sasso - sotto la grande montagna - il Macigno Bianco - dove tutto è fermo e i ritmi sono segnati solo dal lavoro e dal ritmo delle stagioni. Vi sono teste calde che desiderano la vittoria del proletariato e vi è stato pure un maestro di musica della valle che ha composto l'Internazionale ma la maggior parte degli abitanti sembra rassegnata, unita in uno spirito religioso, espresso nella frequenza alle funzioni e nella costruzione passata di chiese (ben cento nella vallata).
Il tempo sembra immobile, all'ombra della grande montagna e dai tempi antichi solo due uomini hanno lasciato una traccia di sé: sono il Beato e l'Eretico; il bene e il male, il giusto e l'ingiusto.
Il Beato, simbolo della perfezione spirituale, nel Seicento avrebbe voluto rifare i santi luoghi di Gerusalemme sul Monte Santo e per questo vennero poi costruite le cento chiese. L'Eretico, simbolo della ribellione verso la religione dei preti e l'autorità costituita, pensa che con la ragione si possa arrivare alla felicità. Due simboli, due archetipi che per l' autore ricorrono nella storia dell' umanità e non solo nel paesino di Rocca di Sasso.
Le vicende sono ora ambientate in luoghi dove il passato non riesce mai a passare del tutto e il presente non è mai davvero presente.
È la prima guerra mondiale che scardina l'immobilità del paese con i richiamati che, prima di partire, per la salvezza della loro vita, costruiscono una chiesetta ed in seguito, i pochi reduci, dopo il ritorno decidono di costruire un'altra chiesetta, dal lato opposto del paese (da qui il titolo del romanzo).
La guerra ha però cambiato profondamente quegli uomini che hanno avuto paura e visto la morte.
E in questo snodarsi di fatti, Vassalli delinea i personaggi, fra cui:
- il maestro Prandini, socialista e interventista nella guerra del 1915, in cui perde una mano, lascia il paese alpino per l' impresa di Fiume con Gabriele D'Annunzio, in seguito diventa gerarca fascista e onorevole;
- Anselmo, detto Ansimino, autista di corriera e poi meccanico, dal cuore grande e l' intelligenza nelle mani, per nulla entusiasta della violenza bellica, impersona la saggezza semplice, popolare;
- Leonardo, figlio di Ansimino, dopo avere partecipato alla Resistenza contro i nazi-fascisti, diventa esponente della sinistra politica;
- Giuseppe, reduce del I° conflitto bellico, perde la memoria e la ragione e vive senza provare emozioni;
- Giuliano, che ha perso le gambe, non ha più una vita normale e farà una fine tragica.
Come accennato, nella parte finale del romanzo, Vassalli racconta la dittatura italiana fascista, gli anni di Mussolini, la II° guerra mondiale, la Resistenza e la Liberazione.
Infine si arriva al tempo presente e tutto è cambiato, soprattutto l'ambiente del paese, l'atmosfera del luogo; le cento chiese della vallata sono abbandonate, le due chiese di Rocca di Sasso abbattute per la costruzione di un parcheggio, la storica officina di Ansimino divenuta Centro culturale islamico e si vedono grandi antenne per diffondere il segnale TV alle pendici del Macigno Bianco.
Il romanzo di Vassalli intreccia storie lungo un secolo; dettagliata e intensa la descrizione del primo periodo storico, quello inerente al primo conflitto; più sbrigativa la parte relativa al secondo conflitto e al periodo storico e come un abile cantastorie l'autore chiude con note di speranza e con queste parole:
...come era solito ripetere Ansimino, sono le mani che muovono il mondo. Tutte le menti di tutti gli uomini, messe insieme, non piantano un chiodo, se poi non c' è qualcuno che prende il martello con una mano, il chiodo con l' altra mano e ci batte sopra.
Il Macigno Bianco è sempre al suo posto, lassù in cima alla pianura e al centro di tutte le valli: con il suo paradiso perduto di là dalla montagna e con il suo inferno sotto i ghiacciai, che nella stagione estiva emettono gemiti, scricchiolii e rumore di denti che stridono. E il vento che passa tra le sue foreste e le sue rocce, le acque che si fanno strada attraverso le sue valli ripetono all'infinito una frase, sempre uguale nel tempo e sempre diversa. Una speranza:
Domani, l' Internazionale sarà il genere umano.
Pour citer cette ressource :
Maurizia Morini, "Sebastiano Vassalli, «Le due chiese» (2010)", La Clé des Langues [en ligne], Lyon, ENS de LYON/DGESCO (ISSN 2107-7029), juin 2011. Consulté le 04/11/2024. URL: https://cle.ens-lyon.fr/italien/litterature/bibliotheque/sebastiano-vassalli-le-due-chiese