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Paolo Giordano, «La solitudine dei numeri primi» (2008)

Par Maurizia Morini : Lectrice d'italien MAE et historienne - ENS de Lyon
Publié par Damien Prévost le 21/10/2008

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Scheda di lettura del romazno ((La solitudine dei numeri primi)) di Paolo Giordano, pubblicato nel 2008 da Mondadori.

L'autore

Paolo Giordano è nato nel 1982 a Torino; è laureato in fisica teorica e lavora presso l'Università della sua città. La solitudine dei numeri primi è il suo primo romanzo.

Il romanzo

Il libro è considerato un caso letterario e si presenta con queste credenziali: ha vinto il Premio Strega 2008 e inoltre i premi Campiello opera prima, Scienza e Letteratura Merck-Serono, Frignano opera prima, Alassio Cento libri - un autore per l'Europa.

È l'opera di un giovane ventiseienne che di professione fa il fisico ed è titolare di una borsa di dottorato  in fisica delle particelle all'Università di Torino.

L'esordiente Giordano racconta la difficile crescita di Mattia e Alice, dapprima bambini, poi adolescenti, giovani e adulti; il loro mondo è simbolicamente rappresentato dai numeri primi, strettamente uniti eppure invincibilmente divisi.

I numeri primi gemelli sono separati da un unico numero pari che non permette loro di scontrarsi, nonostante siano così vicini.

Attorno a questa simbologia si snoda la vicenda narrata nel romanzo che si apre con due capitoli, che si potrebbero definire folgoranti, per come riescono a catturare l'attenzione del lettore e a produrre la curiosità di sapere cosa succede nel seguito.

Alice Della Rocca ha sette anni, odia lo sci e la scuola di sci ma è obbligata dal padre a frequentarla. Durante una fredda e nebbiosa mattina, ha freddo, il latte bevuto in fretta le rimane sullo stomaco, sulla pista di sci si separa dai compagni e "se la fa addosso". Vinta dalla vergogna, decide di scendere da sola a valle ma, a causa della nebbia, finisce in un canalone innevato e si spezza una gamba.

Questo episodio, indelebile, rimarrà impresso anche nel corpo di Alice lasciandola claudicante.

Nei capitoli successivi, alternativamente, ritroviamo la ragazza adolescente in difficoltà nel fare amicizia e avere una vita sociale, con un padre padre professionista che la ignora e una madre che muore precocemente di malattia. Una tata equadoregna è presenza affettuosa ma insufficiente a colmare il vuoto dell'esistenza della ragazza.

La giovane Alice lascia gli studi universitari che non la interessano e trova lavora come fotografa, sua vera passione; si sposa, conduce una vita all'apparenza "normale" ma in realtà si lascia vivere, eventi e persone le scivolano addosso, paiono non coinvolgerla veramente mai; si separa dal marito e il disagio alimentare che la accompagna da anni è sempre con lei.

Mattia è un ragazzo molto intelligente, la gemella Michela no; anzi la sua menomazione mentale lo umilia di fronte ai compagni. L'emarginazione è frequente, i bambini non sono buoni per natura, Mattia cresce isolato e quando un compagno, per la prima volta invita i fratelli ad una festa, decide di lasciare la sorella ad aspettarlo in un parco, con l'intenzione di riprenderla più tardi.

Le cose non andranno così e Michela dal parco scompare per sempre; anche questo episodio iniziale marchia la crescita del ragazzo.

Studi brillanti di matematica, accompagnati da isolamento in famiglia e dai compagni, da auto-ferimenti silenziosi. Al brillante conseguimento della laurea segue un lavoro in un'università prestigiosa del Nord Europa ma Mattia adulto rimane e vuole essere solo.

I due protagonisti, a più riprese, nel corso della narrazione incroceranno i loro percorsi di vita, sono attratti l'uno verso l'altra: Alice sembra essere più propositiva, a tratti giocosa, quasi esuberante ma i loro incontri rimangono segnati dalle successive separazioni fino alla conclusione del romanzo che vede Mattia in fuga all'estero e Alice forse con un futuro davanti a sé:

[...] Ma lei non stava più aspettando. Sorrise verso il cielo terso. Con un po' di fatica, sapeva alzarsi da sola.

Indubbiamente Giordano ha costruito un libro stimolante, che fa riflettere sulla solitudine dei giovani di oggi, sull'incapacità degli adulti di essere presenti e rappresentativi, capaci di offrire condizioni di agiatezza economica e poco altro.

Un linguaggio, quello del giovane scrittore, diretto, efficace, con brevi frasi che catturano il lettore anche per la sapienza con cui i gesti, i fatti non vengono stigmatizzati, codificati ma raccontati con veloci pennellate.

Si fa riferimento, ad esempio, ai problemi alimentari di Alice, raccontati nel loro manifestarsi senza mai essere bollati come anoressia o alle modalità con cui Mattia si ferisce ripetutamente una mano, senza mai accennare all' auto-mutilazione o ad altri termini medici.

Come detto, i capitoli iniziali risaltano come indimenticabili, un po' meno felice ci pare lo snodarsi delle storie parallele che verso la parte centrale e finale sembrano un po' ingarbugliarsi, perdendo il ritmo incalzante dell'inizio. Comunque, un romanzo da leggere.

 

Pour citer cette ressource :

Maurizia Morini, "Paolo Giordano, «La solitudine dei numeri primi» (2008)", La Clé des Langues [en ligne], Lyon, ENS de LYON/DGESCO (ISSN 2107-7029), octobre 2008. Consulté le 29/03/2024. URL: https://cle.ens-lyon.fr/italien/litterature/bibliotheque/paolo-giordano-la-solitudine-dei-numeri-primi