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Massimo Gramellini, «Fai bei sogni» (2012)

Par Maurizia Morini : Lectrice d'italien MAE et historienne - ENS de Lyon
Publié par Damien Prévost le 06/09/2013

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Scheda di lettura del romanzo ((Fai bei sogni)) di Massimo Gramellini, pubblicato nel 2012 da Longanesi.


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L'autore

Massimo Gramellini è nato a Torino nel 1960; scrive sul quotidiano La Stampa, di cui è uno dei vicedirettori. È ospite fisso della trasmissione di Raitre Che tempo che fa.

Fai bei sogni è il titolo dell'ultimo e fortunato editorialmente romanzo di Massimo Gramellini, noto scrittore e giornalista torinese; riprende l'augurio che la madre gli ripeteva da bambino prima di addormentarsi.

Il libro

Attorno alla madre e alla sua scomparsa prematura ruota tutta la storia autobiografica raccontata dall'autore che avverte il lettore con questa massima iniziale:

Preferiamo ignorarla, la verità. Per non soffrire. Per non guarire. Perchè altrimenti diventeremmo quello che abbiamo paura di essere: completamente vivi.

La verità a cui fa riferimento l'autore riguarda la scomparsa della madre avvenuta quaranta anni prima e mai accettata pienamente; il romanzo autobiografico prende le mosse dal doloroso episodio che ha lasciato tracce profonde nel bambino, nel ragazzo e poi nell'uomo adulto che ha timore a vivere pienamente.

Ripercorriamo il difficile rapporto con il padre, la passione sportiva per la squadra di calcio del cuore, le esperienze scolastiche, i primi innamoramenti, gli studi universitari, il lavoro, e finalmente la serenità con la compagna “giusta” per lui.

Solo oggi, da uomo adulto, è in grado di conoscere e accettare la verità sulla morte della madre quando la madrina gliela svela attraverso la lettura di un ritaglio di giornale dell'epoca dell'evento traumatico.

Questa in estrema sintesi la trama del libro che scorre rapidamente per lo stile ironico e leggero che è la cifra stilistica della narrazione.

Fai bei sogni è anche altro, vuole esprimere la difficoltà di sapere la verità e nello stesso tempo la paura di conoscerla.

Nel mio romanzo – scrive il giornalista – Belfagor è il nome che da bambino avevo dato al mostro che abita dentro di noi. Uno spiritaccio animato da buone intenzioni, in realtà pernicioso, perchè pur di tenerci lontano dalla sofferenza ci chiude in una gabbia di paure. Paura di vivere, di amare, di credere nei propri sogni.
pag. 215

Emozioni, sofferenza e solitudine pare abbiano attraversato tutta l'esistenza di Gramellini eppure la modalità espressiva è semplice, dolce, diretta al cuore, mai dai toni drammatici. Forse questo è il pregio maggiore del racconto: essere riuscito a dire con semplicità senso e valore della vita, la capacità di perdonare e “di andare avanti”, nonostante le prove a cui siamo sottoposti nel corso della nostra esistenza.

 

Pour citer cette ressource :

Maurizia Morini, "Massimo Gramellini, «Fai bei sogni» (2012)", La Clé des Langues [en ligne], Lyon, ENS de LYON/DGESCO (ISSN 2107-7029), septembre 2013. Consulté le 23/04/2024. URL: https://cle.ens-lyon.fr/italien/litterature/bibliotheque/massimo-gramellini-fai-bei-sogni