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Entretien avec Lena Costoli

Par Maurizia Morini : Lectrice d'italien MAE et historienne - ENS de Lyon
Publié par Damien Prévost le 13/11/2007

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Lena Costoli ha 57 anni, è pensionata, in precedenza lavorava in un'azienda di allestimenti fieristici e si occupava di acquisti e logistica.

L'esperienza politica nel PCI, con le donne nell'UDI.

- Quando e come è avvenuto il tuo impegno con le donne?

Nel Partito Comunista Italiano, nei primi anni Settanta. Esisteva una commissione femminile.

Il modo di essere si basava su questioni: meridionale, agricoltura, giovani, donne ecc... in quanto donna "dovevo" stare nella commissione femminile. Io non mi ci trovavo molto bene; vivevo quella situazione come lo stare in un ghetto, come l'occuparsi di cose minori, ci stavo un po' per disciplina, un po' perché in quel luogo venivo, mi sentivo valorizzata più che nel resto del partito, dove le donne avevano sempre, se non come rappresentanza, un ruolo minore.

- Hai anche fatto parte con un ruolo importante dell'Unione Donne Italiane, nei primi anni Settanta questa organizzazione come si poneva di fronte ai gruppi femministi.

L'UDI, come ben si sa era un'organizzazione formata da donne che militavano nei partiti, essenzialmente della sinistra, era molto diffidente, considerava i gruppi femministi come realtà in cui non ci si occupava dei problemi "concreti delle donne". Sentivamo che le loro riflessioni contenevano forti stimoli, soltanto affrontando il referendum sul divorzio si è sentita la necessità di riflessioni comuni. In quel periodo è iniziato un profondo rivolgimento all'interno dell'organizzazione, si mise in discussione la struttura organizzativa e soprattutto fu forte la ricerca di autonomia dai partiti.

- E in seguito cosa ne ha determinato il cambiamento?

L'UDI ufficialmente non si è mai sciolta, si sono sciolti gli organismi dirigenti, è finito il funzionariato, si sono rotti i rapporti con i partiti. L'autonomia, la coscienza di sé, il confronto fra donne erano i temi che si discutevano. Io stavo dalla parte della trasformazione dell' organizzazione.

- Ritieni che l'UDI in Emilia presentasse una sua specificità?

L'UDI emiliana presentava sicuramente una sua specificità data dal fatto che le donne iscritte all'associazione erano tantissime e il legame con i partiti era molto forte. Occorre sapere però che l'organizzazione emiliana, proprio per la sua composizione e storia ha vissuto profondamente le riflessioni e le pratiche politiche che hanno portato l'associazione a trasformarsi radicalmente.

- Ti sei attivata anche negli anni successivi nell'attività con le donne?

Ho frequentato solo come spettatrice, a parte un periodo nel gruppo Donne in nero che ho contribuito ad attivare quando è iniziata la prima guerra in Iraq; quella esperienza per me è terminata quando, a mio parere, nel gruppo si era smarrita l'idea originaria e ci si doveva occupare di tutto e di tutti.

- Oggi che cosa pensi della tua esperienza con e per le donne?

Sicuramente l'esperienza all'interno dell'UDI ha cambiato profondamente la mia vita sia politicamente che nelle mie esperienze personali, per questo non posso che considerare positivo quel periodo. Se lo ripenso mi trovo a sentire che quel periodo così intenso e così stravolgente è stato il mio "bel tempo che fu" e sono contenta quando vedo, intorno a me o nelle cose che leggo, seppure adeguate ai tempi, le radici del nostro fare e ragionare.

 

Pour citer cette ressource :

Maurizia Morini, Entretien avec Lena Costoli, La Clé des Langues [en ligne], Lyon, ENS de LYON/DGESCO (ISSN 2107-7029), novembre 2007. Consulté le 27/12/2024. URL: https://cle.ens-lyon.fr/italien/civilisation/xxe-xxie/le-mouvement-des-femmes/entretien-avec-lena-costoli