Dacia Maraini, «La nave per Kobe. Diari giapponesi di mia madre» (2001)
L'autrice
Dacia Maraini è nata a Fiesole nel 1936, è una delle più note scrittrici italiane e una delle più tradotte nel mondo; è autrice di romanzi, racconti, poesie, saggi e sceneggiatrice di film e soggetti teatrali; ha vinto, tra gli altri, il premio Campiello e Strega.
Il libro
Il passato ha la capacità di saltarti addosso a tradimento attraverso una fotografia, una lettera, ti racconta di un tempo che non c'è più e che pure si fa vivo ai tuoi occhi, favoleggia al tuo orecchio di una parte di te ormai spenta.
La Maraini, ormai adulta, riceve dal padre Fosco i quaderni-diario della madre Topazia Alliata, scritti durante gli anni trascorsi in Giappone dal 1938 al 1942 e ritrovati recentemente nella casa fiorentina.
È l'occasione per raccontare, sul filo della memoria, il legame con la madre e alcuni aspetti inediti della vita della famiglia Maraini, dall'imbarco a Brindisi fino all'internamento nei campi giapponesi per i traditori italiani.
La scrittrice è bambina, rivede e rivive quegli anni lontani, leggendo la scrittura materna, fatta di annotazioni quotidiane, di note di vita familiare e preoccupazioni materne per Dacia e le sorelle Yuki e Toni. A queste annotazioni semplici, si alternano osservazioni sui paesi che vengono attraversati durante il viaggio, nel soggiorno giapponese e sulla vita di relazione con i nuovi amici.
Ne emerge una figura di donna colta e intelligente, acuta osservatrice ed anche madre premurosa e affettuosa, nelle parole relative ai piccoli eventi come compleanni, le prime parole, i primi passi delle figlie, le vacanze, l'ambiente scolastico. Ed anche la scoperta del mondo orientale, così affascinante e distante, di una cultura lontana e seducente che tanto ha inciso nella vita dei Maraini.
Un pezzo di storia di famiglia che si impatta con la Storia del tempo e la tragedia del secondo conflitto mondiale con il doloroso periodo dell' internamento, poichè sia Fosco che Topazia si rifiutano di firmare l'adesione alla Repubblica Sociale Italiana di Salò.
Qui i diari si fermano e abbiamo solo qualche accenno a quei mesi terribili in cui la famiglia soffrirà la fame e vivrà nella sporcizia fra parassiti e pulci.
La lettura delle pagine materne è un modo per la Maraini di ritrovarsi bambina, di intrecciare passato e presente, di rivivere le esperienze giapponesi ed anche i successivi viaggi in Africa e in India con Moravia e Pasolini.
Come pure è la possibilità di scavare nel rapporto madre-figlia, legame di per sè complicato e qui ancora più complesso per la forte e seduttiva presenza del padre.
Tutto questo fa del libro una piacevolissima lettura che rivela una volta di più l'abilità di Dacia Maraini scrittrice, e il fascino delle sue parole.
A completare La nave per Kobe, nelle ultime pagine è riprodotta una parte cospicua dei quaderni e nei risguardi di copertina, il disegno del percorso del viaggio verso il Giappone per mano di Topazia Alliata. Il materiale iconografico è integrato con foto d'archivio della famiglia Maraini.
Pour citer cette ressource :
Maurizia Morini, "Dacia Maraini, «La nave per Kobe. Diari giapponesi di mia madre» (2001)", La Clé des Langues [en ligne], Lyon, ENS de LYON/DGESCO (ISSN 2107-7029), septembre 2008. Consulté le 11/10/2024. URL: https://cle.ens-lyon.fr/italien/litterature/bibliotheque/dacia-maraini-la-nave-per-kobe-diari-giapponesi-di-mia-madre