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Fascisme et seconde guerre mondiale

Clément Luy, Sofia Iguelouzene - publié le 05/01/2023

Dès sa prise de pouvoir, le régime fasciste crée un culte du corps des Italiens et des Italiennes. Basé sur le traumatisme de la Première Guerre mondiale et sur la nécessité de rebâtir une Nation guerrière, ce culte du corps concerne tant les hommes que les femmes, quoique de manières différentes. Cet article, issu de la séance du 25 novembre 2021 du séminaire "Culture et fascisme" du département des langues de l’ENS de Lyon et du laboratoire Triangle, présente différentes (...)

Clément Luy - publié le 10/02/2022

Gino Bartali, double vainqueur du Tour de France et triple vainqueur du Tour d’Italie, est aussi considéré comme un héros de la Seconde Guerre mondiale pour avoir sauvé des centaines de Juifs italiens entre 1943 et 1944. Pourtant, cette thèse fait l’objet depuis quelques années d’une remise en cause de la part de plusieurs historiens de la Shoah et du sport. La controverse a notamment fait grand bruit en 2021, lors de la sortie d’un ouvrage de Marco et Stefano Pivato, (...)

Caroline Pane - publié le 17/06/2021

Cette intervention propose une analyse réflexive sur les politiques culturelles du régime de Mussolini à l’étranger. Partant de la problématique « autarcie et ouverture », elle s’interroge sur la nature du fascisme et sur sa volonté d’extension et d’exportation en terre étrangère.

Estelle Ceccarini - publié le 22/03/2013

Dans le cadre du séminaire d'études italiennes organisé par l'ENS de Lyon et l'Université Lyon 3, Estelle Ceccarini nous présente l'oeuvre, la vie et le parcours d'une femme de la Résistance italienne : Giovanna Zangrandi. Son parcours atypique (du fascisme à la Résistance), son rapport à la féminité, son accomplissement dans la lutte partisane et surtout sa production littéraire sont autant de thèmes abordés au cours de cette intervention ponctuée de courtes lectures de ((I (...)

Paola Bertilotti - publié le 21/10/2009

La version de cet article est dépourvue de notes de bas de page. La version "complète" est disponible dans l'ouvrage où cet article est publié.

Franco Boiardi, Antonio Zambonelli - publié le 09/12/2008

Une famille entre histoire et mémoire.

Massimo Storchi - publié le 02/09/2008

A partire dal 1990, dalla vicenda al limite del grottesco definita “Chi sa parli”, non casualmente sviluppatasi proprio a Reggio Emilia, le vicende legate all’uso della violenza durante e dopo la Resistenza sono divenute, in maniera ricorrente ed estesa, uno degli oggetti di scontro e propaganda politica, in quella vera e propria «lotta per la memoria» che ha segnato questo ultimo quindicennio.

Mimmo Franzinelli, Massimo Storchi - publié le 02/09/2008

((Il sangue dei vincitori)) si apre con la cruda realtà della giustizia sommaria postliberazione, cui seguono l'esame dei processi celebrati nel 1946 e l'applicazione dell'amnistia Togliatti; poi Massimo Storchi approfondisce l'analisi del 1944-45, in un affresco storico dal quale balza con forza la realtà scabrosa di una provincia in cui le dinamiche della guerra civile sono amplificate, per una molteplicità di fattori che scopriamo pagina dopo pagina.

Massimo Storchi - publié le 10/06/2008

Il 25 aprile, o comunque il momento del disarmo ufficiale delle forze partigiane avvenuto il 2 maggio, non sono date significative per quanto riguarda il problema dell’uso della violenza al termine della Resistenza. Come la recente storiografia ha proposto, è indispensabile proporre un percorso più articolato che rifletta sull'esplodere di quella violenza (insurrezionale e non) che ha segnato non solo le provincie emiliane ma tutto il nord Italia all’indomani della ritirata delle truppe (...)

publié le 27/05/2008

È la condizione di molti partigiani soprattutto nel duro inverno del 1945, ma è anche la situazione di tanti civili, in particolare di coloro che vivono in città...

publié le 27/05/2008

L'occupazione nazista calpesta ogni convenzione internazionale di guerra. l'indiscriminata spoliazione di uomini e risorse non è che un elemento della politica di occupazione. Al livello successivo si colloca la guerra contro i civili...

publié le 27/05/2008

Le brigate partigiane sono unità mobili costituite da diversi piccoli gruppi. Per poter sopravvivere - vivendo spesso allo scoperto senza il riparo e il rifornimento garantito da un apparato logistico situato nelle retrovie - i partigiani devono provvedere a tutto cercando di non farsi scoprire...

publié le 27/05/2008

Sitratta di terriroti sufficientemente ampi che vengono liberati dai partigiani. l'assenza di truppe nazifasciste in queste aree e la vicinanza ai resistenti di larga parte della popolazione consente di instaurare in queste zone una sorta di autogoverno partigiano e di laboratorio democratico...

publié le 27/05/2008

La Resistenza ha ricevuto un fondamentale sostegno dalla presenza femminile. La partecipazione delle donne ha contribuito a dare l'avvio a un processo di emancipazione femminile lento ma irreversibile, ponendosi come traccia di inizio di una svolta...

publié le 27/05/2008

Il compito delle staffette partigiane è quello di fungere da collegamento tra le formazioni e fra queste e il centro direttivo...

publié le 27/05/2008

Centinaia di soldati tedeschi collaboravano colla Resistenza dando informazioni, regalando divise ed armi, liberando prigionieri, curando feriti...

publié le 27/05/2008

L'assenza di strutture di retrovia per le formazioni partigiane è il primo motivo che impone un rapporto diretto con la popolazione civile...

publié le 27/05/2008

Soprattutto nelle città lo scontro tra Repubblica Sociale e Resistenza non è sempre visibile. In città non esistono formazioni numerose sul modelle di quelle attive in campagna...

publié le 27/05/2008

È il momento topico della vicenda resistenziale, agognato dai civili sotto i bombardamenti o nella minaccia di rastrellamenti, altrettanto atteso dai partigiani stancati dalla clandestinità, dalla vita alla macchia sulle montagne. La liberazione deve essere un momento di rinascita, ma arriva nel nord Italia dopo nuovi combattimenti e nuovi lutti...

publié le 27/05/2008

publié le 27/05/2008

Nella Resistenza i gradi maturati nell'esercito - con la sola eccezione delle brigate autonome - non hanno valore e ogi gerarchia viene rimessa in discussione. Il comandante deve godere della personale fiducia dei suoi uomini, conquistata attraverso la continua dimostrazione di abilità nella conduzione della guerriglia...

publié le 27/05/2008

Il movimento di Resistenza ha caratteristiche diverse da area ad area e da regione a regione. In varie zone del sud si può parlare, più che di un vero e proprio movimento di resistenza, di moti rivoltosi occasionali. Abbastanza debole risulta la Resistenza nel centro Italia, dove spicca la mancata insurrezione di Roma, unica fra i grandi centri italiani a non conoscenre un moto insurrezionale nell'imminenza della liberazione...

Massimo Papini - publié le 06/05/2008

La guerra, che si prolunga dal 1940 e sembra non finire mai, tra la primavera e l'estate del 1944 comincia a dare segnali evidenti che si è intrapresa la strada che può portare al compimento della tragedia e alla vittoria sul fascismo e sul nazismo. Lo sbarco in Normandia ha riacceso grandi speranze e altri fronti in Europa e nel mondo sembrano confermare che questa volta le attese della fine possano ragionevolmente realizzarsi. Anche la campagna d'Italia, una volta superato il durissimo (...)

Luciana Rocchi - publié le 12/03/2008

È utile premettere qual è oggi la cornice entro cui si inscrive qualunque ricerca, o anche semplicemente sommaria ricognizione, di carattere locale sul contributo che ha offerto alla Resistenza la presenza delle donne.

Nadia Caiti - publié le 11/03/2008

La guerra è l'evento che per eccellenza, "tanto nelle forme di opposizione come in quelle di difesa maturate dai soggetti, implica una frantumazione spazio-temporale di situazioni, vissuti, mondi interni ed esterni". A cercare di conservare o riportare ad unità una realtà sempre più franta, caratterizzata, specialmente nel caso della seconda guerra mondiale, dall'incertezza, dalla fame, dalla paura, dagli incubi, dall'orrore provvedono le donne, rimaste sole poiché i loro (...)