Donne combattenti
La Resistenza ha ricevuto un fondamentale sostegno dalla presenza femminile. La partecipazione delle donne ha contribuito a dare l'avvio a un processo di emancipazione femminile lento ma irreversibile, ponendosi come traccia di inizio di una svolta. Dentro alle formazioni della Resistenza, sempre più spesso la donna scopre di essere padrona del proprio destino, ripensa se stessa in una nuova dimensione, in opposizione al ruolo defilato e subordinato della donna madre e moglie esemplare, secondo l'etichetta della retorica fascista che già sfruttava un presente retroterra maschilista.
Durante il conflitto le donne occupano il posto degli uomini nelle fabbriche e, con la lotta partigiana, arrivano persino a vivere la vita della banda e ad imbracciare le armi, tanto che sono ben 2.275 le donne fucilate e cadute in combattimento. L'intervento femminile si esprime anche in forme di proteste coraggiose e non violente in occasione, ad esempio, delle numerose manifestazioni contro il carovita e contro la mancanza di approvigionamenti. È forse ancora più drammatico di quello dei maschi: il confronto femminile con il pericolo e l'eserizio della violenza (tant'è che diverse donne accettano la sfida del pericolo, ma rifiutano l'uso delle armi).
Se la Resistenza può essere ritenuta il percorso di crescita di una generazione, lo è a maggior ragione per le donne. Convivere con le responsabilità e il rischio porta più agevolmente ad acquisire la consapevolezza del proprio diritto ad esercitare, nella nuova società che deve nascere dopo la guerra, un ruolo attivo nella vita pubblica che valichi le barriere della sfera familiare.
Pour citer cette ressource :
Donne combattenti, La Clé des Langues [en ligne], Lyon, ENS de LYON/DGESCO (ISSN 2107-7029), mai 2008. Consulté le 23/11/2024. URL: https://cle.ens-lyon.fr/italien/civilisation/xxe-xxie/fascisme-et-seconde-guerre-mondiale/donne-combattenti