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Gianni Barbacetto, «Il grande vecchio»

Par Maurizia Morini : Lectrice d'italien MAE et historienne - ENS de Lyon
Publié par Damien Prévost le 20/05/2011

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Fiche de lecture de "Il grande vecchio" publié par Rizzoli en 2009

bandeau fiche lecture.jpgGianni Barbacetto è nato a Milano nel 1952; è giornalista e scrive per quotidiani e settimanali; dirige Omicron, l'Osservatorio Milanese sulla Criminalità Organizzata al Nord. Tra i suoi libri si segnala: Milano degli scandali, 1991; Campioni d'Italia 2002; Mani pulite 2002; Mani sporche 2007 con Peter Gomez e Marco Travaglio.

 

Chi manovra l'eversione nera? Piazza Fontana, piazza della Loggia, stazione di Bologna, Gladio, P2: i misteri d'Italia ritornano a inquinare la nostra democrazia. Perché la verità, anche a distanza di quarant'anni, resta indicibile. I magistrati che l'hanno cercata la conoscono. E ora la raccontano.
(I di copertina)

Dopo 15 anni è stato riscritto e ristampato, con gli adeguati aggiornamenti, da Gianni Barbacetto il libro che ricostruisce, attraverso le testimonianze dirette dei magistrati le stragi dell'eversione nera avvenute in Italia dalla fine degli anni '60 ai primi anni '80. Parlano i magistrati che hanno indagato sui misteri italiani e raccontano le loro indagini e conclusioni.

Il titolo non è cambiato e "Il grande vecchio", espressione nota nella storiografia italiana, fa riferimento ad un sistema di poteri occulti che ha fatto dell'illegalità una regola e che ha guidato i fili di avvenimenti, mai chiariti completamente:

  • La strage di Piazza Fontana, a Milano nel 1969; con i ricordi dei giudici istruttori che seguirono il filone veneto dei neofascisti di Ordine Nuovo, indagini poi spostate a Milano e a Palermo con in mezzo i Servizi segreti deviati che invece di aiutare le indagini, le depistano colpevolmente. E Barbacetto può commentare così,
... la sostanza è che in Italia hanno vinto i depistaggi, le coperture, i segreti di Stato. Né la giustizia, né la politica hanno saputo finora dare una spiegazione soddisfacente delle vicende eversive nazionali, non hanno saputo raccontare la storia segreta della Repubblica.
(pag. 57)
  • La strage di Piazza della Loggia a Brescia, quando una bomba esplose durante un comizio antifascista nel maggio 1974; raccontata dai giudici che all'epoca della scrittura del libro giudicavano un ex politico e un generale dei carabinieri;
  • La bomba alla Questura di Milano nel 1973, il giudice istruttore rivela che l' indagato Bertoli, con un passato da informatore dei Servizi segreti,  doveva recitare la parte dell' anarchico solitario, per addossare la colpa della strage alla sinistra;
  • Le bombe sui treni come l'Italicus e altri attentati ad opera dei neofascisti di Ordine Nero, organizzazione finanziata da Licio Gelli;
  • La strage alla stazione di Bologna , il 2 agosto 1980, con il giudice Libero Mancuso che guida un processo fino al giudizio con la condanna dei responsabili estremisti dei Nar, Mambro, Fioravanti e Ciavardini e l'individuazione del ruolo di depistaggio del Sismi e della Loggia P2;
  • La Loggia P2 - lo Stato nello Stato - dalla perquisizione degli uffici dell'imprenditore Licio Gelli emergono documenti che delineano una struttura che coinvolge politici, magistrati, giornalisti, industriali. Una loggia massonica segreta che a partire dal 1974 si incarica di individuare la classe dirigente dell'Italia con l'obiettivo di occupare, in silenzio, le istituzioni e non di abbatterle.
  • Gladio, struttura clandestina italiana dell' organizzazione americana civile -  militare Stay Behind, fuori anche dal controllo Nato;  il giudice Felice Casson, a Venezia, compie un' inchiesta scprendo i legami fra Gladio e i gruppi della destra eversiva che organizzavano attentati negli anni '70. Gladio fu tenuta segreta fino al 1990, quando l'inchiesta stava ormai terminando e fu il Presidente del Consiglio del tempo Giulio  Andreotti ad ammetterne finalmente l'esistenza.

Nella parte conclusiva il libro pone degli interrogativi sull'attualità e cioè, ad esempio, i Servizi deviati oggi non sono più operativi? Ciò che è stato descritto riguarda solo il passato?

Domande inquietanti e

... in questo quadro, che continua a essere fosco, sembra difficile giungere a sanare le vecchie ferite alla trasparenza e alla democrazia inferte negli anni Sessanta, Settanta, Ottanta... Non è possibile, in Italia, chiedere la verità senza vendetta, come nel Sudafrica della Commissione per la verità e la riconciliazione, perchè da noi non c'è stata guerra senza quartiere tra due fronti dichiarati: in Italia, come abbiamo visto, sono stati fronti asimmetrici a combattere una guerra di cui hanno fatto le spese cittadini inermi e inconsapevoli, oppure fedeli servitori dello Stato.
Neppure è possibile una verità senza giustizia... non ce la raccontano, la verità, perché vi è continuità di uomini, metodi, strutture.
Meglio aspettare la rimozione dolce della smemoratezza e delle sentenze che assolvono. Almeno dentro le aule di giustizia. Fuori, ormai possiamo dirlo: sappiamo chi è Stato.
(pag. 375)

L'Appendice finale comprende un calendario con date e luoghi dell'eversione nera da piazza Fontana a Gladio.

 

Pour citer cette ressource :

Maurizia Morini, "Gianni Barbacetto, «Il grande vecchio»", La Clé des Langues [en ligne], Lyon, ENS de LYON/DGESCO (ISSN 2107-7029), mai 2011. Consulté le 28/03/2024. URL: https://cle.ens-lyon.fr/italien/civilisation/bibliotheque/gianni-barbacetto-il-grande-vecchio