Consolati e agenzie consolari all'estero
Tratto da Altri modenesi. Temi e rappresentazioni per un atlante della mobilità migratoria a Modena, a cura di Antonio Canovi e Nora Sigman, EGA editore, Torino 2005: 135-47
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1. Argentina
Nel 1869, il 4% della popolazione presente in Argentina risulta di origine italiana; alla fine del secolo la percentuale si avvicina al 13%. Il flusso migratorio, alimentato per lo più da italiani di origine ligure, aveva trovato nel 1852 il supporto diretto dei due governi paralleli presenti in loco: la Confederazione delle province e lo Stato di Buenos Aires. Alle soglie della seconda guerra mondiale, risulteranno tre le realtà con la maggiore concentrazione migratoria italiana (sino al 20% del totale dei residenti): Buenos Aires, Rosario, La Plata.
La mappa della rete consolare registra però un doppio ordine di grandezza: non soltanto gli italiani si installano massicciamente in alcune regioni urbane ma si dedicano a una vera e propria opera di "colonizzazione" agricola nelle zone interne (i piemontesi, in modo particolare, a Santa Fe e nella provincia di Entre Ríos). La diffusione delle agenzie consolari in una miriade di piccoli e piccolissimi centri delle pampas sembra testimoniare di una logica "politica" che presiede a questo movimento: per una certa fase, conclusasi certamente con più di una frustrazione, entrambi i governi - l'argentino e l'italiano - sembrano convergere nel tentativo di importare manodopera e di procedere a una "europeizzazione" forzata.
2. Gli Stati Uniti
Al censimento del 2000, sono circa 16 milioni i nordamericani che dichiarano di avere qualche origine italiana. In realtà, soltanto il 10% fra questi risulta nato all'estero. Si tratta dunque di una presenza ormai pienamente sussunta nella società nordamericana, anche se persistono forti differenze tra stato e stato. L'espansione della rete consolare negli anni della "grande migrazione" sembra ricalcare - a distanza di un secolo - quella prima geografia migratoria: il 50% degli americani di origine italiana vive tutora tra la costa Est e il Midwest, cui seguono gli stati di Florida, California, Nevada, Colorado.
Tra il 1886 ed il 1891
La presenza, sin dal primo rilevamento, di un'agenzia consolare a Barre, nel Vermont, ci ricorda come gli emigrati italiani costituissero all'epoca uno dei primi gruppi attivi nelle miniere di ogni tipo che punteggiavano il territorio nordamericano (nel caso sopra ricordato, si trattava di apuani, l'élite dei cavatori di granito). I lavoratori italiani contribuiscono senz'altro a costruire i grandi numeri dello sviluppo statunitense, e ce lo suggerisce l'andamento della postazione consolare italiana di Chicago, la quale al primo rilevamento - negli anni Ottanta dell'Ottocento - era ancora una semplice agenzia, mentre a distanza di una decina d'anni ha acquisito a statura di sede consolare.
3. Francia
Alla metà del XIX secolo gli italiani sono concentrati tra il Sud-Est e Parigi. Ma la prima città a parlare, per intensità e diffusione, dialetti italici è senz'altro Marsiglia. Un buon nucleo di lavoratori - molti stagionali addetti al taglio dei boschi e al terrazzamento dei colivi orticoli - è in Corsica.
Si tratta di una storica presenza "tirrenica" e piemontese in terra francese: la massima diffusione della rete consolare italiana, già al primo rilevamento, registra precisamente l'entità di questo fenomeno migratorio. La corrente migratoria proveniente dall'Italia si sposta poi nel tempo con maggiore intensità verso il bacino agricolo e carbonifero del Nord-Est, quindi si radicherà nella regione parigina (la prima per importanza con l'immigrazione antifascista), ma senza raggiungere mai la capillarità di quella già presente al Sud (anche perché in Francia prende avvio il fenomeno delle naturalizzazioni).
Tra il 1886 ed il 1891
La presenza dell'Algeria in questo repertorio consolare ha il preciso scopo, al di là dei numeri che non sono tuttavia disprezzabili, di segnalare la presenza storica di una medesima "economia" mediterranea. Ancora nella prima metà del XX secolo vi era una sorta di "consuetudine" migratoria da parte di diverse regioni italiane in direzione soprattutto di Tunisia, Egitto (Alessandria, in modo particolare) e Algeria. Lavoratori taglialegna e minatori provenienti dall'Appennino tosco-emiliano si distribuivano senza soluzione di continuità tra Provenza, Corsica ed alcune aree montuose dell'Algeria. Si tratta di una rete consolare diradata ma già sostanzialmente stabilizzata al primo rilevamento, e ciò suggerisce la storicità di tale presenza.
Pour citer cette ressource :
Consolati e agenzie consolari all'estero, La Clé des Langues [en ligne], Lyon, ENS de LYON/DGESCO (ISSN 2107-7029), décembre 2008. Consulté le 21/12/2024. URL: https://cle.ens-lyon.fr/italien/civilisation/consolati-e-agenzie-consolari-all-estero