Question d'actualité - Milano Cortina 2026, delle Olimpiadi sostenibili?
Introduzione
Il 24 giugno 2019, il comitato internazionale olimpico (CIO) attribuì l’organizzazione dei Giochi Olimpici Invernali del 2026 alle città di Milano e Cortina d’Ampezzo. La candidatura italiana vinse l’elezione contro quella svedese di Stoccolma e Åre. Si tratta della quarta Olimpiade organizzata in Italia, dopo Cortina (1956), Torino (2006) e i Giochi estivi del 1960 a Roma.
Nonostante le dichiarazioni rilasciate precedentemente, quasi tutti i partiti e movimenti politici italiani rappresentati in Parlamento rivendicarono in quell’occasione un’importante vittoria per lo sport italiano. Il sito Open Online mostra come Lega, Movimento 5 stelle e PD (i tre partiti che annoveravano il maggior numero di deputati nel 2019), si siano contraddetti ("Open Oline", 25/06/2019); in quanto erano tutti dapprima opposti all’organizzazione delle Olimpiadi in Italia per ragioni economiche od ambientali, salvo poi mostrarsi orgogliosi della decisione dell’Assemblea del CIO. La sezione lombarda del M5S aveva perfino evocato una “vittoria del M5S” per un “progetto diffuso e sostenibile” in un post Facebook (che fu però rimosso dopo una shitstorm nei commenti).
Questa fu dunque l’iniziale reazione dei principali attori politici italiani, ma oggi, a due anni dalla cerimonia d’apertura, a che punto siamo nell’organizzazione del massimo evento sportivo invernale?
L’opposizione di Verdi e M5S
L’opposizione all’organizzazione delle Olimpiadi del 2026 proviene principalmente da M5S e Verdi, che chiedono una maggior trasparenza sui costi e sull’impatto ecologico della costruzione delle infrastrutture sportive. Il comitato organizzativo si è impegnato a garantire il riutilizzo di infrastrutture esistenti: lo stadio di San Siro per la cerimonia d’apertura e l’arena di Verona per la chiusura, lo stadio di Cortina per il curling, quello di Antholz/Anterselva per il biathlon, o il Forum di Assago e l’impianto di Rho Fiera per le prove di pattinaggio. La maggior parte delle infrastrutture sono già pronte per il 2026, mancano la pista di bobsleigh, al centro delle più recenti polemiche, e una parte del Villaggio Olimpico di Milano.
Alex Marini, consigliere provinciale di Trento e rappresentante del M5S, spiega sul proprio blog di aver chiesto “verifiche e impegni sull’impatto delle opere e sulla loro fruibilità futura” (Alex Marini, 08/02/2023). Il problema non è solo quello della ristrutturazione di impianti già in funzione. Per quanto riguarda le attrezzature nuove o da riabilitare, occorrono informazioni più precise sulla possibilità di riutilizzarle. Il M5S insiste molto sulla necessità di ridurre i costi per la collettività, e sulla giusta e trasparente distribuzione dei finanziamenti pubblici, due tematiche che sono presenti sin dai primi anni della strutturazione politica del Movimento. Questa preoccupazione per la sostenibilità delle infrastrutture era già palese nella discussione sulle norme inerenti all’organizzazione delle Olimpiadi. In aula al Senato il 6 maggio 2020, la senatrice del M5S appoggiava la creazione di un “Forum per la sostenibilità e l’eredità olimpica”:
"Il Forum viene istituito con il compito di tutelare l'eredità olimpica e di promuovere, appunto, iniziative utili a valutare l'utilizzo a lungo termine delle infrastrutture realizzate per i giochi, nonché appunto il perdurare di questi benefici, anche con le esigenze della pratica sportiva e motoria da parte di soggetti disabili e soprattutto dalla necessità di abbattere le barriere architettoniche. Non posso non pensare anche alla valorizzazione dei territori montani mediante l'intensificazione dei collegamenti con le zone montane. [...] Lo sport, che è stile di vita in montagna, sarà perciò un volano, un'occasione straordinaria per dare impulso e nuove visioni a uno dei patrimoni dell'umanità che anche UNESCO ci ha riconosciuto."
Tuttavia, nel frattempo, altri esponenti del M5S si sono schierati in modo veemente contro l’organizzazione dei Giochi Invernali. Sul blog di Beppe Grillo, fondatore del Movimento, possiamo leggere un articolo della senatrice Vanin che critica aspramente l’impatto sulle finanze pubbliche delle Olimpiadi (“hanno portato l’importo economico a carico dello Stato ad oltre 2 miliardi di euro”) e gli “interventi di nuova edificazione”: nonostante gli impegni presi, vi sono impianti nuovi da costruire e questo “tradirebbe la vocazione sostenibile dei Giochi” (Buscaglia, 06/09/2022). Orietta Vanin parla così di “Olimpiadi del cemento” (Vanin, 06/09/2022), un giudizio molto critico nei confronti del comitato di organizzazione.
I movimenti ambientalisti si sono anche mobilitati contro l’organizzazione delle Olimpiadi. In un dibattito organizzato a Venezia il 9 settembre 2023, e intitolato “Milano-Cortina 26, le Olimpiadi dell’insostenibilità”, il gruppo Global Project ha dichiarato di voler “costruire una risposta collettiva alla devastazione ambientale e sociale che ci attende in un territorio dagli equilibri fragili” (Bianchi, 31/08/2023): la costruzione di nuovi impianti, la gestione delle acque nelle regioni alpine così come i rischi indotti dal sovraffollamento turistico o l’impatto degli spostamenti degli atleti e degli spettatori durante le Olimpiadi sono tra le massime preoccupazioni dei gruppi ambientalisti. Alcuni cortei sono organizzati dal CIO, il Comitato Insostenibili Olimpiadi, o da Extinction Rebellion. Un appuntamento è stato dato per il 10 febbraio “per incepparne la macchina già in crisi per mala gestione e denunciare danni ed effetti negativi cui sin da ora stiamo assistendo sui 400 km interessati di arco alpino e pianura. Abbiamo un’altra idea di città e montagna, liberiamo lo spazio urbano e le terre alte da privatizzazione ed estrattivismo” ("Ansa", 06/02/2024) dopo una lunga serie di iniziative pubbliche: convegni universitari o politici, flash mob o assemblee organizzate da Rifondazione Comunista, associazioni sportive e altri gruppi ambientalisti (Pirovano, 03/02/2024). Il 10 febbraio, c’erano 500 persone nel corteo di Milano (Bianchin, 10/02/2024).
Il dilemma della pista di bobsleigh
Tra i vari problemi economici e ambientali denunciati, l’accento è stato posto in questi ultimi mesi sulla costruzione della pista di bobsleigh, dopo che gli organizzatori hanno rinunciato a riutilizzare la pista dei Giochi di Torino. La pista di bob è diventata “l’emblema dell’affanno progettuale e di una incomprensibile indifferenza nei confronti dell’ambiente” (Pietrobelli, 05/02/2024). La mobilizzazione contro la costruzione della pista a Cortina, sul tracciato della pista del 1956, ha avuto successo. Ma trovare un altro luogo per l’impianto è diventato un problema insormontabile: l’ipotesi di Cesana in Piemonte, così come quella della pista di La Plagne in Savoia, sono state discusse ma il governo si è scandalizzato della possibilità di organizzare prove olimpiche all’estero (Arzel, 31/01/2024). Data l’opposizione degli ambientalisti, il CIO ha recentemente confermato che la costruzione di una pista di bob nuova non era ritenuta necessaria per l’organizzazione delle Olimpiadi: “In linea con le raccomandazioni dell’Agenda olimpica 2020, nessuna sede permanente dovrebbe essere costruita senza un piano di legacy chiaro e fattibile. Gli impianti oggi esistenti nel mondo sono sufficienti per l’attuale numero di atleti e di competizioni negli sport del bob, dello slittino e dello skeleton” (Comunicato di Kristin Kloster, presidente della Commissione di coordinamento per le Olimpiadi Milano Cortina 2026). Però, alla fine, la decisione del governo è stata di costruire la nuova pista a Cortina, anche se rimane sempre aperta la possibilità di organizzare le prove in un altro luogo.
Gli argomenti contro l’organizzazione delle Olimpiadi del 2026 sono anche presenti in Francia nel contesto del dibattito sul progetto olimpico per il 2030. Nelle regioni delle Alpi francesi sono stati organizzati raduni, cortei o altri eventi antiolimpici dopo l’annuncio della candidatura francese (Cortay, 03/01/2024). L’argomento della sostenibilità, sia economica che ambientale, dei grandi eventi sportivi è fondamentale: gli oppositori interrogano le istituzioni sportive e statali sulle possibilità di organizzarli mentre gli inverni sono sempre più brevi e miti e mancano finanziamenti pubblici per la transizione ecologica. Gli organizzatori delle Olimpiadi, in Italia come in Francia, si impegnano sempre di più a riutilizzare gli impianti esistenti: per il 2030, i francesi propongono una candidatura che va da Nizza a Albertville, per sfruttare tutte le infrastrutture presenti nelle Alpi. L’impatto della costruzione di infrastrutture è notevolmente ridotto, soprattutto quando vengono scelte delle valli e città vicine a ferrovie a altri mezzi pubblici per limitare anche le conseguenze dei numerosissimi ed inquinanti spostamenti di atleti, giornalisti, allenatori e spettatori.
Conclusione: le opportunità degli sportivi e delle sportive italiane
Dando per finire un’occhiata alla situazione agonistica prima delle Olimpiadi, vero è che gli sportivi italiani e italiane hanno non poche prospettive e speranze di vittoria, in particolare nelle discipline sciistiche. Membri della giovane squadra di biathlon (Lisa Vittozzi, Tommaso Giacomel), discesisti e discesiste (Dominik Paris, Sofia Goggia, Federica Brignone) si sono recentemente affermati ai primi posti delle classifiche internazionali mentre la sorpresa della medaglia d’oro di Stefania Constantini e Amos Mosaner nel torneo del doppio misto di curling a Pechino nel 2022 potrebbe essere rinnovata. Le discipline di pattinaggio offrono anche numerose opportunità di salire sul podio: non meno di 23 prove sono in programma. Gli italiani e le italiane, nel 2022, erano 119 atleti ed ottennero 17 medaglie, mentre il miglior risultato della loro storia lo conseguirono nel 1994 a Lillehammer con 20 medaglie e 7 ori. Un record da battere in casa, tra due anni?
Bibliografia
- Olimpiadi 2026 a Milano e Cortina, Lega, M5s e Pd esultano, ma in passato erano contrari ("Open Oline", 25/06/2019).
- Resoconto stenografico della seduta n. 214 del 06/05/2020 del Senato
- Grillo e il M5s contro Milano-Cortina 2026: “Sono le Olimpiadi del cemento” (Simona Buscaglia, "La Stampa", 06/09/2022).
- Cortina: Olimpiadi del cemento (Orietta Vanin, blog personale di Beppe Grillo, 06/09/2022).
- Olimpiadi invernali Milano Cortina 2026. La maggioranza provinciale rifiuta verifiche e impegni sull’impatto delle opere e sulla loro fruibilità futura! (blog personale di Alex Marini, 08/02/2023).
- Milano-Cortina 2026, ambientalisti all'attacco (Fulvio Bianchi, "La Repubblica", 31/08/2023).
- Un rassemblement contre les Jeux olympiques d’hiver de 2030 à Chambéry (Sarah Cortay, Le Dauphiné Libéré, 03/01/2024)
- JO d'hiver 2026 : la construction d'une nouvelle piste de bobsleigh en Italie dans le viseur du CIO (Lauryane Arzel et AFP, https://france3-regions.francetvinfo.fr, 31/01/2024)
- Una settimana di mobilitazioni contro le insostenibili Olimpiadi di Milano Cortina (Alessandro Pirovano, "Altreconomia", 03/02/2024)
- Milano-Cortina, la battaglia ambientalista: cortei contro le “Olimpiadi insostenibili” e la pista da bob. “Occupiamo i 500 larici secolari” (Giuseppe Pietrobelli, "Il Fatto Quotidiano", 05/02/2024)
- Milano-Cortina: sabato corteo contro 'Olimpiadi insostenibili' (Redazione Ansa, "Ansa", 06/02/2024).
- A Milano il corteo contro le Olimpiadi: "I Giochi più insostenibili di sempre" (Redazione Cronaca, "Milano Today", 07/02/2024).
- Il corteo al Corvetto per dire no alle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina (Simone Bianchin, "La Repubblica", 10/02/2024)
Pour citer cette ressource :
Clément Luy, Question d'actualité - Milano Cortina 2026, delle Olimpiadi sostenibili?, La Clé des Langues [en ligne], Lyon, ENS de LYON/DGESCO (ISSN 2107-7029), février 2024. Consulté le 12/11/2024. URL: https://cle.ens-lyon.fr/italien/civilisation/xxe-xxie/question-dactualite-milano-cortina-2026-delle-olimpiadi-sostenibili