4 gennaio 2021 - Riapertura scuole il 7 gennaio: aumentano le proteste
“La scuola riaprirà il 7”. Si allarga il partito del no, ma il governo tiene duro
Allo studio l’ipotesi di far rientrare in classe al 50% solo gli studenti nelle regioni gialle. Il premier: “La ripartenza ha un valore simbolico”. Sindacati e presidi: “Non prima del 18”
(Corrado Zunino, La Repubblica, 03/01/21)
ROMA - Il pressing è forte, almeno quanto la paura. "Rimandate l'apertura delle scuole". Il premier Giuseppe Conte, però, resiste: "Dobbiamo riuscire a dare un segnale, mantenere almeno il 50 per cento degli istituti superiori in presenza". La sua certezza incoccia nei dubbi del Partito democratico, del ministro Roberto Speranza in particolare: in serata, durante l'incontro con le Regioni, viene ipotizzata questa mediazione.
Le Regioni frenano sulla riapertura della scuola il 7 gennaio
Azzolina: 'Non arretriamo'. Ma il contagio aumenta i dubbi degli esperti
(Ansa, 03/01/21)
La riapertura della scuola, il 7 gennaio, si avvicina, e i numeri dei positivi e l'indice di contagiosità, rimasti alti anche durante la pausa di Natale, aumentano da più parti dubbi e perplessità sull'opportunità di far tornare sui banchi tutti i ragazzi. "Io credo sarebbe giusto che il governo nelle prossime ore ci riconvocasse e insieme prendessimo una decisione, in maniera molto laica", ha detto il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini.
I sindacati della scuola: «Un azzardo riaprire a Roma ». E oggi nuovo vertice
Secondo le associazioni di categoria non sarebbero garantite le misure minime di sicurezza per dipendenti e studenti. Cgil, Cisl, Uil e Gilda chiedono il rinvio delle lezioni in presenza di una settimana. Ipotesi congelata dall’assessore regionale alla Scuola
(Erica Dellapasqua, Il Corriere della Sera, 04/01/21)
Aprire la scuola giovedì, in queste condizioni, è un grande azzardo. Lo scrivono i maggiori sindacati dopo la riunione con la Regione di sabato, e in vista del nuovo incontro in programma oggi sempre in Regione che potrebbe essere decisivo per confermare o rimandare l’apertura alla luce dei nuovi dati epidemiologici, che anche nel Lazio non promettono bene. I sindacati, comunque, sono scontenti, così come i presidi e i docenti: gli ultimi a prendere posizione pubblicamente sono quelli del liceo classico Visconti di piazza del Collegio Romano, che in un documento condiviso denunciano che «la riapertura della scuola, presentata come un successo, non è altro che un rientro in aula privo di qualsivoglia serietà progettuale, espressione di un’autorità lontana dal mondo della scuola, sorda alle voci del personale scolastico, ignara del complesso meccanismo dell’insegnamento e dell’apprendimento».