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4 febbraio 2021 - Governo Draghi: il totoministri

Publié par Alison Carton-Kozak le 04/02/2021

Governo Draghi e totoministri, sul web spopopolano le fantaliste. Guido Crosetto (Fdi): "Io al Mef? Non ne sarei all'altezza"

Tra social e internet, gli utenti ipotizzano gli incarichi del futuro esecutivo guidato dall'ex presidente della Bce. Il cofondatore di Fratelli d'Italia, su cui si creò confusione sulla sua laurea in Economia, viene indicato proprio per quel ministero. E segue la linea dell'astensione indicata da Meloni

(Valeria Forgnone, La Repubblica, 04/02/21)

Benetton ai Trasporti. Moggi allo Sport e Matteo Renzi agli Esteri. "First reaction: choc. Choc because" sarebbe davvero incredibile. Un governo Draghi con una fantalista di ministri da giorni circola in rete. Gli utenti si scatenano, proponendo personaggi spesso improbabili per il futuro, ancora molto incerto, esecutivo dell'ex presidente della Bce, ora presidente del Consiglio incaricato dal Capo dello stato Sergio Mattarella.

Si fanno ipotesi, ricostruzioni su siti e sui social. Sarà un governo tecnico 'puro', ossia con nomi di professionisti oppure un governo 'politico', tanto invocato dai 5s, ovvero un mix di politici e tecnici. In questo caso, tra i nomi indicati nelle liste online c'è quello di Guido Crosetto, cofondatore di Fratelli d'Italia, sottosegretario alla Difesa nel governo Berlusconi IV e attuale coordinatore nazionale del partito di Giorgia Meloni. Viene indicato al Mef, ministero importante, delicato. Lui una laurea in Economia e Commercio all'università di Torino ha provato a prenderla. Ma la passione per la politica è stata talmente forte da spingerlo a lasciare gli studi, anche se sul sito della Camera dei deputati risultava "laureato in economia e commercio". Tana. 

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Governo Draghi, le ipotesi per i ministri: da Cartabia a Speranza, nomi nuovi e conferme

L’ipotesi che restino nell’esecutivo guidato da Mario Draghi i ministri uscenti Lamorgese, Boccia e Franceschini

(Giuseppe Alberto Falci e Marco Galluzzo, Il Corriere della Sera, 04/02/21)

Prima delle persone verrà il metodo. E in questo caso sembra che il metodo Draghi sia quello del prendere o lasciare, ovviamente dopo aver ascoltato tutti, dopo aver registrato le richieste dei partiti, ma senza aprire alcuna trattativa dalla quale potrebbe uscire indebolito. La consapevolezza di rappresentare l’ultima chiamata utile per il Paese, con l’incubo di un fallimento che potrebbe portare l’Italia sull’orlo del tracollo finanziario, con i nostri titoli pubblici declassati e la «sua» Bce non più in grado di acquistarli, come dicono alcune delle persone che Draghi frequenta e stima, pongono il banchiere in una posizione di forza e su un percorso quasi obbligato. Insomma, sulla squadra di governo non si aprirà alcun mercato, semmai quello che appare certo dai primi colloqui istituzionali avuti ieri dal capo del governo incaricato è il modello che seguirà, quello dell’esecutivo Ciampi, che per la prima volta sperimentò un mix di politici e tecnici, puri o d’area. Un punto di equilibrio che gli consenta di aver una base parlamentare ampia e al contempo una squadra d’eccellenza. Ciampi non fece consultazioni, lui le farà e ha già iniziato, ma tirerà le somme in sintonia con il presidente della Repubblica, che poi nomina i ministri, e non altro.

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Ecco il toto-ministri di Draghi ​I nomi: chi entra e chi esce

Impazza il totoministri: da Panetta a Cottarelli, ma anche da Colao a Giovannini, ecco quali sono i nomi caldi per l'ingresso nell'esecutivo

(Stefano Iannaccone, Il Giornale, 03/02/21)

Una proposta che non si può rifiutare. Tra volti nuovi e qualche ritorno, è quella che Mario Draghi vuole avanzare al Parlamento con la sua squadra di governo.

L’obiettivo è di proporre ministri competenti, che sappiano guidare il Paese in una fase così delicata. Le certezze al momento sono poche. Un punto fermo è il numero di quindici, al massimi sedici componenti del “dream team”. L’attenzione ruota inevitabilmente intorno al Ministero dell’economia e delle Finanze, quel Mef chiamato a gestire una fase delicata del Paese. Il nome più caldo è quello di Fabio Panetta, attuale membro del comitato esecutivo della Banca centrale europea. L’unico dubbio è che, spostandolo da quella casella, l’Italia perderebbe un elemento di valore all’Eurotower. Da valutare anche i profili di Lucrezia Reichlin, docente della London Business School, e del ministro uscente Roberto Gualtieri, le cui quotazioni sono in ribasso.

Ma alle loro spalle scalpita Carlo Cottarelli, che fu convocato al Quirinale a fine maggio 2018 per formare un governo tecnico. Poi si trovò l’intesa tra Lega e Movimento 5 Stelle, così l’ex Mr. Spending review è tornato in panchina, ricavando comunque una grande visibilità mediatica. Il suo ingresso nell’esecutivo Draghi è dato per probabile: se non al Mef, c’è sempre lo Sviluppo economico come opportunità. Per quella poltrona è molto quotato, comunque, il manager Vittorio Colao, autore del piano di rilancio economico ignorato dal governo Conte 2. Colao ha anche chance di finire alle Infrastrutture e ai Trasporti.

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Italie : Mario Draghi chargé de former un gouvernement

L’ex-président de la Banque centrale européenne a rencontré ce midi le président de la République contraint à changer de chef de gouvernement à la suite de la crise provoquée par Matteo Renzi.
Développer

(Eric Jozsef, Libération, 03/02/21)

Au bout de trois semaines d’une exténuante crise politique provoquée par le retrait de Matteo Renzi de la coalition qui soutenait Giuseppe Conte, le président de la République Sergio Mattarella a décidé mardi soir de rebattre les cartes. Après avoir pris acte du divorce définitif entre d’un côté la gauche et le Mouvement 5 Etoiles (M5S) et de l’autre Italia Viva, la petite formation de l’ancien président du Conseil, il a en effet convoqué Mario Draghi au Quirinal, le palais présidentiel, et chargé l’ex-président de la Banque centrale européenne de former un gouvernement.

Sergio Mattarella a opté pour cette solution faute d’alternative politique. Au cours des derniers jours, les dissensions se sont en effet multipliées entre les alliés d’hier. Et les efforts du président de la Chambre des députés, Roberto Fico, pour faire rentrer Italia Viva de Renzi dans la majorité ont échoué. En désaccord sur presque tous les dossiers, les partis se rejettent la responsabilité de l’échec. «C’était le dessein de Renzi, faire tout sauter», accuse le vice-secrétaire du Parti démocrate, Andrea Orlando. Dressant la liste de sujets controversés, allant de la gestion de la crise sanitaire et économique à la réforme de la justice, le leader toscan Matteo Renzi, sans faire référence à Giuseppe Conte dont il voulait clairement la tête, a lui tweeté : «Sur ces questions, nous avons constaté la rupture.»

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