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23 novembre 2023 - Femminicidio di Giulia Cecchettin: è la 105ª donna uccisa in Italia dall'inizio dell'anno

Publié par Alison Carton-Kozak le 23/11/2023

La storia del femminicidio di Giulia Cecchettin, dall’inizio

L'ex fidanzato Filippo Turetta, accusato di averla uccisa, è stato trovato in Germania dopo una settimana di fuga

(Ilpost.it, 20/11/2023)

Domenica è stato arrestato in Germania Filippo Turetta, lo studente 22enne veneto accusato di aver ucciso l’ex fidanzata Giulia Cecchettin, anche lei di 22 anni e veneta. Turetta è stato fermato dalla polizia tedesca dopo una settimana di fuga con la sua auto. Il giorno prima, sabato, era stato trovato il corpo di Cecchettin nella zona tra il lago di Barcis e Piancavallo, in provincia di Pordenone. Turetta era indagato per l’omicidio da venerdì, dopo che la procura aveva trovato un video in cui lo si vedeva aggredire, ferire e caricare forzatamente in macchina Cecchettin. Il video era dell’11 novembre, giorno a partire dal quale non si avevano notizie dei due ragazzi.

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Che c’è di diverso nel femminicidio di Giulia Cecchettin

Èstata Elena Cecchettin, la sorella di Giulia, a sorprendere tutti. Al termine di una fiaccolata, la ragazza di 24 anni, studente universitaria, ha preso la parola e ha fatto una cosa molto complicata: ha trasformato un dolore privato in una questione politica. Si è smarcata dal ruolo della vittima e ha assunto su di sé la responsabilità di un futuro cambiamento.

(Annalisa Camilli, Internazionale, 21/11/2023)

“Filippo non è un mostro, un mostro è un’eccezione, una persona esterna alla società, una persona della quale la società non deve prendersi la responsabilità. E invece qui la responsabilità c’è”, ha detto con consapevolezza, lasciando tutti senza fiato.

La morte di Giulia Cecchettin, uccisa da una ventina di coltellate dal suo ex ragazzo, Filippo Turetta, è stato l’ennesimo femminicidio dall’inizio dell’anno, ma ha aperto finalmente una breccia di dolore e commozione nell’opinione pubblica. Uno dei motivi, forse il più importante, è stata la voce di Elena Cecchettin, che ha raccontato la violenza e mostrato quello che bisognerebbe sapere: i femminicidi sono la punta dell’iceberg di violenze e sopraffazioni che colpiscono milioni di donne di qualsiasi classe sociale e ovunque nel mondo, che ognuna conosce e teme da quando è nata.

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Femminicidio Giulia Cecchettin: 105 donne uccise da inizio anno. Troppe lacune nel sistema antiviolenza italiano

Secondo gli ultimi dati del Viminale sono in aumento il numero di omicidi commessi da partner o ex partner

(Celestina Dominelli, Il Sole 24 Ore, 19/11/2023)

L’ultima fotografia aggiornata risale a qualche giorno fa ed è firmata dal ministero dell’Interno: da gennaio a oggi, si legge nel report curato dal Servizio analisi criminale della direzione centrale della polizia criminale, in Italia sono stati commessi 285 omicidi. E sono 102 le vittime donne, di cui 82 uccise in ambito familiare/affettivo. Di queste, sottolinea l’analisi del Viminale, 53 hanno trovato la morte per mano del partner o di un ex partner. Una statistica drammatica che, chiarisce l’indagine, è aumentata rispetto allo scorso anno e che rischia di crescere ancora da qui ai prossimi mesi.

Crescono gli omicidi commessi da partner o ex partner

Guardando i numeri, aggiornati al 12 novembre, si vede un aumento dei delitti commessi in ambito familiare/affettivo, che passano da 120 a 125 (+4%), e risulta in salita, rispetto al 2022, sia il numero degli omicidi commessi dal partner o ex partner, che da 56 diventano 58 (+4%), che quello delle relative vittime donne, le quali da 51 passano a 53 (+4%).

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La morte di Giulia: l’allarme inascoltato del vicino e la ragazza a terra, ma nessuno intervenne

Il testimone dell’aggressione a Vigonovo quel sabato sera non riuscì a prendere la targa. E i carabinieri non mandarono una pattuglia. L’associazione Penelope in tv: “Sono 32 minuti di un intervento possibile”

(Rosario Di Raimondo, La Repubblica, 23/11/2023)

VIGONOVO (VENEZIA) — La sera di sabato 11 novembre un residente di via Aldo Moro, a Vigonovo, chiama il 112 per segnalare di aver assistito a un’aggressione in strada. Racconta di aver visto una Fiat Grande Punto scura allontanarsi nell’oscurità, senza riuscire a scorgere il numero di targa. Ma nessuna pattuglia dei carabinieri viene inviata sul posto. Perché? Su quella macchina, si scoprirà solo dopo, Filippo Turetta ha appena sequestrato Giulia Cecchettin. Sono le 23,18 quando il vicino di casa compone il numero d’emergenza. Alle 23,40, a distanza di ventidue minuti, nella zona industriale di Fossò, la studentessa viene spinta alle spalle, cade a terra, batte la testa. Turetta la carica esanime in auto e inizia la sua fuga, fino ad abbandonarla fra le rocce in Friuli.

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L'audio di Giulia Cecchettin alle amiche su Turetta: «Non sopporto più Filippo, vorrei che sparisse ma ho paura per lui»

Il vocale di Giulia Cecchettin alle amiche un mese prima della tragedia, mandato in onda da Chi l'ha visto e Tg1: dice che la farà finita. I timori del padre dopo la sparizione. Il verbale ipotizzava l’«allontanamento volontario»

(Roberta Polese, Il Corriere della Sera, 23/11/2023)

«Non ce la faccio più a stare dietro a Pippo, non lo sopporto più, vorrei che lui, almeno per un periodo, sparisse. Ho l’impulso di scrivergli per abitudine, però vorrei che sparisse, ma questa cosa a lui non la posso scrivere perché credo che darebbe di matto». La voce di Giulia Cecchettin trema quando manda questo messaggio probabilmente in una chat di amiche. 

L’audio di alcuni minuti risale a trentanove giorni prima della sparizione, ed è stato trasmesso mercoledì sera da Tg1 e Chi l’ha Visto? 

In quei due minuti di vocale c’è il germe del rapporto tossico, malato, del ricatto morale di Filippo a Giulia, dell’incapacità della ragazza di tirarsi fuori da questa storia soffocante. Giulia non temeva per sé, era preoccupata per lui, aveva paura che si uccidesse.

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