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23 novembre 2020 - Pompei, scoperti due nuovi corpi intatti

Publié par Alison Carton-Kozak le 23/11/2020

Pompei, scoperti un uomo e il suo schiavo: nei calchi anche le vene delle mani

La morte li ha colti durante l’eruzione del Vesuvio del 24 ottobre del 79 dopo Cristo. Le tecniche attuali hanno permesso di ottenere dal gesso colato nei vuoti le trame e le pieghe dei tessuti. Franceschini: «Luogo incredibile di ricerca, ci sono ancora 20 ettari da scavare»

(Paolo Conti, Il Corriere della Sera, 22/11/20)

I due, un padrone e il suo schiavo, fuggivano disperatamente insieme, da una Pompei diventata un inferno: cercavano un’impossibile salvezza. La morte quasi istantanea (per l’intollerabile calore, è la diagnosi del 2020) li ha colti durante l’eruzione del Vesuvio del 24 ottobre del 79 dopo Cristo, alle 9 del mattino. L’area archeologica non smette di produrre tesori come questi due uomini riemersi dagli scavi di Civita Giuliana, nella villa suburbana del Sauro Bardato, 700 metri a nord ovest di Pompei, nella stessa zona in cui vennero recuperati nel 2017 i tre ammiratissimi cavalli con le loro bardature. La villa aveva una grande terrazza affacciata sul golfo di Napoli e su Capri. Nel criptoportico coperto dalla terrazza sono state ritrovate le impronte lasciate, sotto al materiale lavico, da un ragazzo tra i 18 e i 23 anni, alto 1.56 metri, e da un uomo tra i 30 e i 40 anni, alto 1.62. Il primo dovrebbe essere uno schiavo: la prima analisi delle impronte del corpo ha rivelato alcuni schiacciamenti alle vertebre, compatibili con lavori molti pesanti. L’uomo più maturo aveva un mantello di lana, fermato sulla spalla sinistra, e una tunica. La ricchezza degli indumenti confermerebbe la sua appartenenza a una buona classe sociale.

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Scoperta a Pompei, ritrovati due corpi intatti

Si tratta di due uomini, un patrizio e il suo schiavo. Gli archeologi ne hanno tratto il calco. Osanna: "Ritrovamento eccezionale"

(Paolo de Luca, La Repubblica, 21/11/20)

Due corpi perfettamente integri. Che presentano ancora le pieghe dei loro vestiti. Uno, soprattutto, sembra avvolto in un mantello di lana. Sono i calchi inediti appena effettuati a Pompei, nell’area di scavo della villa suburbana di Civita Giuliana.
 
A vederli così, sembrano addormentati sul terriccio, con le mani ancora sul petto, le dita piegate sulla tunica. Sono invece vittime dell’eruzione del 79, che distrusse la colonia romana assieme a Ercolano e Stabiae. La scoperta, recentissima, è stata definita “stupefacente” dal ministro dei Beni culturali Dario Franceschini. 

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Pompei, ecco come sono stati trovati i due corpi antichi intatti. Il video degli scavi che hanno portato alla straordinaria scoperta

(Il Fatto Quotidiano, 21/11/20)

I corpi di due antichi pompeiani travolti dalla furia dell’eruzione del 79 d.C. sono riemersi dalle ceneri grazie alla tecnica dei calchi in gesso. La scoperta è avvenuta in questi giorni durante l’attività di scavo in località Civita Giuliana, a 700 metri a nord ovest di Pompei, nell’area della grande villa suburbana dove già nel 2017 furono rinveneuti i resti di tre cavalli bardati.

A Pompei rivive così l’antica tecnica di realizzazione dei calchi ideata nell’Ottocento da Giuseppe Fiorelli, che prevede l’introduzione di una colata di gesso liquido nelle cavità lasciate dai corpi degli abitanti dell’antica città romana all’interno del materiale vulcanico. Nel mese di novembre, nonostante la chiusura del Parco, le indagini di scavo sono proseguite, portando alla luce i resti di due uomini, con molta probabilità un ricco pompeiano e il suo schiavo, morti nel 79 d.C. durante la grande eruzione del Vesuvio. Grazie all’affinamento della tecnica calcografica avvenuta nel corso dei decenni, oggi ci viene restituita l’immagine di due fuggiaschi con dettagli sorprendenti, dai panneggi degli antichi abiti romani alle vene delle mani.

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Pompéi révèle de nouveaux trésors

Le ministère italien de la Culture a dévoilé samedi de nouveaux moulages de deux hommes surpris par l’éruption du Vésuve, qui détruisit en l’an 79 Pompéi et ses environs.(Le Courrier International, 22/11/20)

Ils gisent l’un à côté de l’autre, dans l’étroit couloir d’une grande villa des environs de Pompéi. L’un contorsionné, l’autre paisiblement étendu. Tous deux fauchés instantanément par le choc thermique provoqué par l’éruption du Vésuve en 79 après J.-C.

Les corps de ces deux hommes, probablement un maître et son esclave, sont “réapparus” grâce à la technique de moulage mise au point par Giuseppe Fiorelli en 1867 : du plâtre est coulé dans les anfractuosités de la lave, où l’empreinte des corps était restée gravée avant leur décomposition.

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