23 gennaio 2023 - 20 anni fa moriva Gianni Agnelli
Mario Monti ricorda Gianni Agnelli: “Cosmopolita e popolare, ha fatto crescere il nostro Paese”
Sono trascorsi due decenni dalla sua morte. Eppure l’impronta di Gianni Agnelli è più viva e più forte che mai. Come ci racconta l’ex premier e commissario Ue che lo conosceva bene
(La Repubblica, Maurizio Molinari, 23/01/2023)
«Gianni Agnelli era un cosmopolita anomalo perché assai popolare in patria e contribuì a far crescere l’Italia, evitandole di cadere nei precipizi che di tanto in tanto si costruisce da sola». Così Mario Monti, ex presidente del Consiglio, ricorda l’Avvocato nel ventennale della sua scomparsa, scegliendo di mettere l’accento sul «ruolo svolto in innumerevoli occasioni per migliorare la reputazione, accrescere il ruolo del nostro Paese in Europa e nel mondo».
Gianni Agnelli a vent’anni dalla morte. Un iconico re tra vita e industria
Era l’unico italiano capace di far sembrare tutti gli altri provinciali
(Paolo Bricco, Il Sole 24 Ore, 22/01/2023)
Gianni Agnelli ha sempre prodotto seduzione e incantamento. Lo faceva per vocazione personale. Ci riusciva con naturalezza perché erede di una ricchezza immensa accumulata con le fabbriche dal nonno Giovanni, fondatore della Fiat, e di un potere duro e profondo costruito attraverso le fabbriche da Vittorio Valletta, l'uomo che guidò il gruppo torinese fino al 1966.
Gianni Agnelli, le frasi più celebri dell'avvocato
Un'icona di stile senza tempo che ha fatto la storia del Novecento
(Il Corriere della Sera, 19/01/2023)
Da "Buscetta ha detto di essere ossessivamente un tifoso della Juventus? Se lo incontrate ditegli che è la sola cosa di cui non potrà pentirsi" fino a "Platini lo abbiamo preso per un tozzo di pane e lui ci ha messo sopra il foie gras". Sono solo alcune delle frasi più celebri pronunciate da Gianni Agnelli. È stato un imprenditore italiano che ha fatto la storia del Novecento. Nato a Torino il 12 marzo del 1921 e morto il 24 gennaio del 2003 resta un'icona di stile senza tempo. Noto al mondo come l’avvocato è stato per moltissimi anni ai vertici della Fiat e della Juventus.
Maria Sole Agnelli: «A mio fratello Gianni nessuno ha dedicato neppure una via. Né a Torino né in Italia»
A vent'anni dalla scomparsa dell'Avvocato, parla la sorella: «Oggi sarebbe molto dispiaciuto dell’occasione mancata delle Olimpiadi con Milano. La Juve? Sto patendo tantissimo, mi spiace enormemente per mio nipote»
(Francesca Angeleri, Il Corriere della Sera, 23/01/2023)
Vent’anni senza Gianni Agnelli. Vent’anni che il «re» è morto. Ma la diceria, un po’ popolare e da rivista, dei fondatori della Fiat definiti come la «casa reale italiana» non piace ai diretti interessati: «Sono solo sciocchezze», dice ferma seppur non seccata Maria Sole Agnelli. Ci parla nonostante la premessa che tanto forse tutto è stato già detto su quel suo fratello adorato, ricordato sempre, portato a esempio da un’Italia che molti altri esempi simili, di potere come di savoir faire come di fascino e internazionalità, non ne ha molti. Non ne ha.