13 febbraio 2020 - Matteo Salvini e il caso Gregoretti
Caso Gregoretti, come si svolgerà il processo e cosa rischia Salvini
Il processo a Matteo Salvini per sequestro di persona sarà celebrato davanti al Tribunale ordinario di Catania. L’ex ministro rischia fino a 15 anni di carcere
(Andrea Gagliardi, Il Sole 24 ore, 13/02/20)
Dopo il via libera del Senato alla richiesta di autorizzazione a procere per sequestro di persona avanzata dal tribinale dei ministri sul caso Gregoretti, il processo a Matteo Salvini per sequestro di persona sarà celebrato davanti al Tribunale ordinario di Catania. Del collegio giudicante non potranno fare parte i magistrati del Tribunale dei ministri che hanno chiesto l'autorizzazione a procedere nei confronti dell'allora ministro dell'Interno. L'iter sarà ordinario, con tre gradi di giudizio. L'accusa sarà sostenuta in aula dalla Procura distrettuale di Catania, che però aveva chiesto l'archiviazione dell'inchiesta.
Caso Gregoretti, Salvini dopo la decisione del Senato di mandarlo a processo: "Andrò negli Usa"
Il leader della Lega convoca i giornalisti della stampa estera e annuncia un viaggio in America. Giorgetti: "Presto torneremo al governo"
(Concetto Vecchio, La Repubblica, 13/02/20)
"Noi come Lega siamo presenti in quattro continenti, abbiamo più di 5000 iscritti e un sito web ad hoc. Ci stiamo radicando con una presenza strutturata. Compatibilmente alla campagna elettorale nelle regionali, penso a una prossima visita negli Stati Uniti".
Matteo Salvini introduce così la sua conferenza stampa presso la Stampa Estera, sottolineando che si tratta del primo incontro con i giornalisti "dopo che sono stato ufficialmente mandato a processo" per la vicenda Gregoretti, ieri in Senato. Dice: "Seguirò con attenzione quanto accadrà, senza alcun timore o preoccupazione".
Gregoretti, per Salvini il pm potrebbe chiedere l’assoluzione
La procura di Catania aveva già negato l’esistenza del reato di sequestro di persona. La decisione finale dopo l’udienza davanti al gup
(Giovanni Bianconi, Il Corriere della Sera, 12/02/20)
I paradossi del caso Gregoretti non si sono esauriti al Senato — dov’è andato in scena il balletto dei rinvii, dei voti a favore di chi era contrario e infine del non voto leghista —, ma sono destinati a proseguire nel palazzo di giustizia di Catania. È lì che adesso torneranno gli atti del procedimento, e la Procura (dopo un nuovo rimbalzo di carte con il Tribunale dei ministri) dovrà chiedere la fissazione di un’udienza preliminare. Ma a chi? Di nuovo al collegio che ha già chiesto e ora anche ottenuto di processare Matteo Salvini, oppure a un ordinario giudice dell’udienza preliminare (gup) da individuare tra i sedici in servizio alle falde del l’Etna?
L’iter ordinario
Una sentenza della Corte costituzionale del 2002 sembra aver chiarito che si debba andare davanti al gup, quando stabilì che l’iter processuale a carico del ministro debba proseguire «secondo le forme ordinarie, vale a dire per impulso del pubblico ministero e davanti agli ordinari organi giudicanti competenti». Ma proprio nell’ufficio dei pm guidati dal procuratore Carmelo Zuccaro ci si sta interrogando in queste ore se quella pronuncia (che fu «interpretativa di rigetto» di un’eccezione di incostituzionalità, non di accoglimento) sia vincolante o meno. La legge costituzionale del 1989 sui reati ministeriali dispone infatti che dopo l’autorizzazione il fascicolo venga restituito al tribunale dei ministri «perché continui il procedimento secondo le norme vigenti». Come se il soggetto chiamato a continuare fosse lo stesso tribunale e non un altro giudice. Ma un po’ perché la Consulta ha già detto la sua, e un po’ perché il tribunale dei ministri ha svolto fin qui le funzioni di inquirente, sarebbe strano che ora dovesse anche vestire i panni del giudicante chiamato a decidere sul rinvio a giudizio di Salvini.