10 febbraio 2025 - Foibe: il 10 febbraio l'Italia celebra il Giorno del Ricordo
Giorno del Ricordo, cosa sono le foibe e cosa accadde: la storia dei crimini dei partigiani jugoslavi e il ricordo delle vittime italiane
Perché oggi, 10 febbraio, è il Giorno del Ricordo e perché l’esperienza dolorosa delle genti giuliano-dalmate sia stata quasi silenziata, o più esattamente ridotta a una vicenda locale, dibattuta a Trieste e dintorni, ma trascurata nel resto del Paese
(Antonio Carioti, Il Corriere della Sera, 10/02/2025)
In occasione del Giorno del Ricordo resterà in edicola con il Corriere, per un mese, il saggio di Gianni Oliva sull’eccidio italiano voluto da Tito, con le testimonianze di tante vittime della repressione. Il libro è intitolato «Foibe. Le stragi negate degli italiani della Venezia Giulia e dell’Istria».
Le foibe sono cavità naturali, a volte molto profonde, tipiche della Venezia Giulia. In quelle voragini i partigiani comunisti jugoslavi gettarono spesso i cadaveri delle loro vittime, dopo averle trucidate o in certi casi ancora vive, durante le due campagne repressive attuate, prima nel settembre 1943 e poi nel 1945, contro chiunque si opponesse all’instaurazione del potere rivoluzionario nell’area istriano-dalmata.
Foibe e Giorno del ricordo: cos’è e perché si commemora il 10 febbraio
Dedicato alle vittime italiane e all'esodo dall’Istria di oltre 250mila italiani, venne istituito nel 2004. Per affrontare un capitolo della storia per anni dimenticato
(Sara Scarafia, La Repubblica, 10/02/2025)
Il 10 febbraio è il Giorno del Ricordo: una ricorrenza istituita ventuno anni fa con una legge, la numero 92 del 30 marzo 2004, per "conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”. Il Giorno del Ricordo, oltre a commemorare gli italiani e le italiane uccisi nelle foibe delle zone carsiche di Friuli-Venezia Giulia e Istria, celebra la memoria dell'esodo di massa degli italiani di lingua istriana, a partire dalla fine della seconda guerra mondiale, quando l’Istria è diventata jugoslava: si stima che furono almeno 250mila le persone costrette a emigrare, abbandonando le loro case per ritrovarsi esuli nell'Italia nel dopoguerra.
Mattarella ricorda le foibe: “Ci fu occultamento della storia. A Basovizza squallida provocazione”
Il capo dello Stato nel Giorno del ricordo
(Concetto Vecchio, La Repubblica, 10/02/2025)
“Troppo a lungo foiba e infoibare furono sinonimi di occultamento della storia. Così come la tragedia degli esuli è stata sottovalutata e talvolta persino disconosciuta”. C’è mezzo governo, con Giorgia Meloni in prima fila, al Quirinale per ascoltare queste parole di Sergio Mattarella nel Giorno del ricordo. E’ la ventesima edizione di un ricordo voluto fortemente dalla destra ai tempi del governo Berlusconi e il capo dello Stato fa un discorso di verità storica.
Mattarella: «Da Tito spietata violenza contro gli italiani, sulle Foibe occultamento della storia»
Nei confronti degli esuli istriani «spesso l’accoglienza in Italia non fu quella che sarebbe stato doveroso assicurare. Stenti, sistemazioni precarie, povertà, ma soprattutto diffusa indifferenza, diffidenza»
(Nicola Barone, Il Sole 24 Ore, 10/02/2025)
È la Giornata del Ricordo. Una «occasione solenne, che invita a riflettere su pagine buie del nostro passato, per conservare e rinnovare la memoria delle sofferenze degli italiani d’Istria, di Fiume, della Dalmazia, in un periodo tragicamente tormentato della storia d’Europa». Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella celebrando al Quirinale la data simbolica. «Di quella stagione, contrassegnata da una lunga teoria di uccisioni, arresti, torture, saccheggi, sparizioni, le foibe restano il simbolo più tetro. E nessuna squallida provocazione può ridurne ricordo e dura condanna».
Portrait officiel de Sergio Mattarella (2022). Wikipedia, Wikimedia Commons. ©Quirinale