«Lo Scambio», de Salvo Cuccia (2015)
Susanna Longo
Le film part de deux faits divers. Le premier est le meurtre en pleine rue de trois jeunes dans un marché, qui s’avèrent être des innocents totalement étrangers aux affaires criminelles de la mafia. Le deuxième fait divers, qui a eu beaucoup d’écho dans la presse, est l’enlèvement et l’assassinat deux ans après d’un enfant, le fils d’un repenti. L’enfant est enlevé pour faire pression sur le père pour qu’il retire ses aveux, le père tiendra bon et l’enfant sera tué.
Ces deux faits contribuent à ternir l’image de Cosa Nostra, de son infaillibilité. Dans le premier cas, avec une erreur de cible. Dans le second, en enfreignant le code d’honneur de la mafia, selon lequel on ne touche pas aux femmes et aux enfants. Il s’agit ici d’une vendetta trasversale, qui va se retourner contre l’image encore un peu éthique de l’organisation criminelle. Dans la presse italienne, on verra la photo de ce petit Matteo, ce qui va susciter l’horreur de l’opinion publique.
Dario Marchiori
Salvo Cuccia a commencé à réalisé des films dans les années 90 dans le domaine de l’art vidéo. C’est un plasticien passionné par les images mais aussi par le son. Il a travaillé avec Raùl Ruiz et a réalisé le film Raoul not making. Dans les années 2000, il a fait des documentaires dont celui sur le documentariste De Seta, qui a été découvert par Scorsese à l’international et qui marque le goût de Salvo Cucica pour le réel, ce qui va le conduire vers une série de documentaires et de reportages sur l’histoire italienne, qui vont à leur tour le conduire au film Lo Scambio.
Salvo Cuccia
Il film nasce dal mio incontro con Alfonso Sabella, un magistrato che era nel pool antimafia di Caselli dopo gli attentati a Falcone e Borsellino nel 92. Era molto giovane in quel periodo in cui lavorava a casi molto grossi: è stato protagonista dell’arresto di grandi capi della mafia. Lui aveva appena 30 anni e si occupava dell’arresto di Bagarella, di Brusca, di quelli dell’attentato a Falcone, di Aglieri: lui diceva della “macelleria della mafia”.
L’ho conosciuto mentre giravo uno dei documentari per il programma la Storia siamo noi per la Rai e mi ha colpito subito sia il suo carattere che quello che raccontava e tra i racconti (e poi lui ha scritto pure un libro Il cacciatore di mafiosi) mi colpì una storia che racconto in questo film. Tra le storie m’interessò molto questa storia perché se non una storia morale è una storia di cause ed effetti.
Era una storia in cui non ritenevo che ci non fosse la possibilità che normalemente si vede nelle fictions televisive o nei film di mafia. È una storia interiore. E quindi una storia che ho voluto realizzare perché è una storia sull’essenza del male e non semplicemente una cronaca del tempo.
Per me era importante fare conoscere questa storia ma ancora più importante quasi estrarla dal contesto che è quello del 1995. I personaggi reali non corrispondono agli attori che ho scelto, non c’è nessuna verosomiglianza ma la cosa importante era che diventasse cinema, che diventasse tragedia, che diventasse una storia in cui la Sicilia è interiorizzata, è tutta dentro.
È un film che arriva dentro, non è un film in cui si possono comprendere tutti gli aspetti ma è importante il lato emozionale. È un film in cui non c’è la rappresentazione, la meccanica degli eventi ma è un film di viscere, interiore. È un film che sta dentro ai personaggi. È un film di agghiacciante quotidianità insomma.
Pour citer cette ressource :
Salvo Cuccia, Susanna Longo, Dario Marchiori, "«Lo Scambio», de Salvo Cuccia (2015)", La Clé des Langues [en ligne], Lyon, ENS de LYON/DGESCO (ISSN 2107-7029), avril 2017. Consulté le 12/10/2024. URL: https://cle.ens-lyon.fr/italien/arts/cinema/lo-scambio-de-salvo-cuccia-2015