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9 marzo 2023 - Naufragio a Cutro, partono le polemiche

Publié par Alison Carton-Kozak le 09/03/2023

Naufragio di Cutro, l'errore della Guardia costiera: "Quella segnalata da Frontex non è una barca di migranti"Nella ricostruzione dei fatti del Comando generale delle Capitanerie di porto, alle 23.34 del 25 febbraio c'è la comunicazione della sala operativa di Roma a quella di Reggio Calabria: "Imbarcazione sospetta" ma anche "non si evidenziano elementi riconducibili al fenomeno migratorio"

(Alessandra Ziniti, La Repubblica, 09/03/2023)

Per il centro di coordinamento della Guardia costiera di Roma quella fotografata e segnalata dall'aereo di Frontex non era una barca di migranti. A 12 giorni dalla tragedia di Cutro, dalle carte acquisite dalla Procura di Crotone emerge un altro tassello che conferma la catena di sconcertanti sottovalutazioni che ha lasciato senza soccorsi il caicco che trasportava da 150 a 180 migranti partiti quattro giorni prima dalla Turchia.

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Naufragio a Cutro, la protesta dei parenti delle vittime: «Sepolte a Bologna? No, vanno rimpatriate»

Davanti al palasport arrivano decine di afghani, nazionalità di gran parte delle vittime. I pugni battuti sui vetri, poi si arriva a una sofferta mediazione

(Giusi Fasano, Il Corriere della Sera, 08/03/2023)

CROTONE - Imbacuccata in una coperta grigia, seduta per terra in mezzo alla strada. Il cielo sopra Mina è prima nuvoloso, con squarci di azzurro, poi rosso fuoco. Un tramonto così spettacolare da essere quasi offensivo, per il dolore che lei e tutti gli altri sentono addosso, pesante dieci, cento, mille delle coperte che avvolgono le loro spalle.

Mina ha perduto sua sorella, la giornalista afghana Torpekai Amarkhel. Alauddin non rivedrà più sua zia e i suoi tre bambini. Basir piange la nipote e il marito di lei... Sono qui, i parenti dei migranti morti. Eccoli.

Alle dieci del mattino sono arrivati a protestare davanti al Palasport che ospita le bare e non se ne sono più andati. O meglio: a tarda sera hanno deciso che le donne e i bambini sarebbero tornati in albergo e che invece una delegazione di uomini avrebbe dormito lì dentro, in quello scrigno di morte. «Per fare la guardia alle bare», dicono. Perché non si fidano. Perché temono che qualcuno — la prefettura, il sindaco, il governo, poco importa — decida di portar via quei morti in posti dove loro non vorrebbero che andassero.

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Il direttore del Cara di Isola: «I sopravvissuti sono stati trattati sempre bene»

Mangione, della Croce Rossa, replica a quanti hanno parlato di lacune nell’accoglienza dei superstiti del naufragio di Cutro

(Il Corriere della Calabria, 07/03/2023)

CROTONE «Inizialmente sono state allocate in una sistemazione, diciamo provvisoria, proprio per permettere sia l’afflusso dei parenti che venivano dall’estero sia per fare loro interventi dedicati. Attualmente sono stati collocati in altri moduli abitativi. Sicuramente le condizioni sono decisamente migliorate ma sono state sempre comunque buone perché c’è stata la massima attenzione rivolta su di loro». A dirlo il direttore del Cara di Isola Capo Rizzuto, dove sono ospitati i superstiti del naufragio di Steccato di Cutro, in merito alle polemiche sulle condizioni in cui sono stati ospitati nei primi giorni. «Noi – ha detto alla TgR Ignazio Mangione, della Croce rossa che gestisce i servizi nel campo gestito dalla Prefettura di Crotone – dalle prime ore del mattino di domenica abbiamo dato tutti il massimo per l’accoglienza di queste persone. Mancanza di scarpe? Non è così. Diciamo che un po’ tutti hanno visto quando giornalmente li abbiamo accompagnati al Palamilone per dei momenti di preghiera sulle salme e tutti avevano le scarpe ai piedi. Sono stati forniti loro sia indumenti che prodotti per l’igiene e coperte. Veramente qualsiasi cosa, quindi penso che non ci sia altro da aggiungere».

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Crotone, i superstiti mandati in albergo dopo la polemica sul trattamento disumano al Cara. Il direttore: “La collocazione era provvisoria”

Il Viminale ha disposto il trasferimento di 62 migranti, mentre i primi 12 superstiti del naufragio avevano già lasciato il Cara di Isola Capo Rizzuto. A innescare le critiche è un articolo di Repubblica che martedì riportava le dichiarazioni e mostrava le foto postate dal deputato di Sinistra italiana Franco Mari e dalla docente universitaria Alessandra Sciurba: "Reclusi in imbarazzante promiscuità". Accuse che il direttore del Cara Ignazio Mangione respinge: "Fatto il possibile in emergenza"

(Lucio Musolino, Il Fatto Quotidiano, 07/03/2023)

Verranno trasferiti in un hotel sulla costa di Crotone i sopravvissuti al naufragio avvenuto domenica 26 febbraio a Steccato di Cutro. Nella struttura sono già ospitati alcuni dei familiari. La decisione, secondo quanto riferito dall’Ansa, è stata presa direttamente dal Ministero degli interni. I primi 12 superstiti del naufragio di Steccato di Cutro avevano già lasciato il Cara di Isola Capo Rizzuto ed erano stati trasferiti in alcuni Sprar della zona. Si tratta dei migranti che hanno chiesto asilo in Italia, mentre gli altri 62 vogliono raggiungere i parenti all’estero e, in attesa, sono rimasti nel Centro di accoglienza in provincia di Crotone (prima nei padiglioni e poi nei moduli abitativi) dove, in queste ore, sta montando la polemica su come sono stati trattati.

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