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Recherche multi-critères

Liste des résultats

Il y a 8 éléments qui correspondent à vos termes de recherche.
Florence à l’époque de Dante par Elise Leclerc, publié le 10/06/2021
À quoi ressemblait Florence à l’époque de Dante Alighieri (1265-1321) ? Cette contribution brosse, à gros traits, le portrait de la cité dans lequel le poète grandit et s’impliqua, avant son exil : une ville en plein essor qui abrite une société en effervescence, et sur laquelle le poète porte un jugement sévère.
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La postérité d’une idée politique de Dante : le rôle des artistes et écrivains dans la création du sentiment national italien au XIXe siècle par Jean-Philippe Cénat, publié le 27/05/2021
Dans la première moitié du XIXe siècle, plus que les politiques, ce sont les écrivains et les artistes, avec notamment les opéras de Verdi, qui jouent un rôle majeur dans la création d’une identité et d’un sentiment patriotique italien, par leur volonté d’écrire en italien, par leurs œuvres engagées ou par la reprise d’une rhétorique, d’attitudes et de costumes venant du théâtre et de l’opéra.
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Malaparte e Dante par Marie Lucas, publié le 07/02/2019
L’opera malapartiana propone lo spettacolo infernale di un mondo annientato dal furore degli uomini. Scritto in prima persona, questo progetto si riallaccia alla traversata sotterranea narrata nella prima cantica della Commedia. Ma il riferimento a Dante non impregna soltanto l’estetica di Kaputt e La pelle, contribuisce anche a determinare l’orientamento problematico del loro significato morale. Tra distacco fatalista e disposizione alla pietà, attualizza infatti l’interrogazione dantesca sul confine tra umanità e bestialità. Come per Dante, l’inferno di Malaparte invita quindi a riconoscere nella crudeltà di alcuni una tendenza propriamente umana al male. Dinanzi a una malvagità storicamente situata, lo spettatore proverà pietà sia per la vittima sia per il carnefice perché saprà di poter diventare entrambi.
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Emma Dante, Via Castellana Bandiera par Maurizia Morini, publié le 05/06/2014
Ci troviamo in una stretta via della periferia di Palermo, con la montagna incombente sullo sfondo, e su cui si affacciano casupole “tirate su” abusivamente con materiali edilizi di vario genere. In questa strettoia si incrociano due auto, una Fiat Punto guidata da Samira (Elena Cotta) proveniente da Piana degli Albanesi, con la numerosa famiglia, di ritorno dal mare e che vive in Via Castellana Bandiera e una Fiat Multipla, guidata da Rosa (Emma Dante) palermitana, che vive a Milano, tornata con la giovane compagna Clara (Alba Rohwacher) per partecipare ad un matrimonio. Nella strettoia le due macchine si fronteggiano, le due guidatrici non intendono cedere il passo e caparbiamente aspettano... a motore spento.
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Filologia dantesca e filologia digitale par Claudia di Fonzo, publié le 13/01/2012
Quella dell'era digitale è la rivoluzione più importante dopo quella copernicana e industriale. Non si può non ripensare il sapere alla luce della nuova era e della nuova tecnologia. La riflessione che segue sottolinea come ci siano problemi di epistemologia della conoscenza e di ecdotica del testo che non mutano con il mutare delle tecnologie se non per quel che riguarda lo strumento diamesico.
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Langue originelle et langue vulgaire entre De vulgari eloquentia et Divine Comédie par Stefano Corno, publié le 10/09/2010
La réflexion sur la langue est souvent présente dans l'œuvre de Dante, qu'il s'agisse de la recherche de la langue des origines, du procédé qui consiste à employer dans la Comédie des langues autres que l'italien pour leur confier un message particulier, ou encore de la tentative, dans le traité De Vulgari Eloquentia, de définir le caractéristiques du vulgare illustre. Tout en restant ancré dans le Moyen-Âge, sa réflexion constitue un point de départ pour les études linguistiques postérieures.
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I comandanti di brigata par Istituti Storici di Modena, Parma e Reggio Emilia, publié le 27/05/2008
Nella Resistenza i gradi maturati nell'esercito - con la sola eccezione delle brigate autonome - non hanno valore e ogi gerarchia viene rimessa in discussione. Il comandante deve godere della personale fiducia dei suoi uomini, conquistata attraverso la continua dimostrazione di abilità nella conduzione della guerriglia...
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Il modello emiliano par Maurizia Morini, publié le 21/11/2007
All'interno delle ricerche e degli studi sulla storia delle donne in Italia ha trovato spazio un'elaborazione particolare riguardante le specificità locali: è questo il caso della Regione Emilia-Romagna dove il cosiddetto "modello emiliano" non sarebbe tale senza l'apporto delle donne. Occorre risalire all'esperienza socialista degli inizi del Novecento, all'antifascismo, agli anni della Resistenza, all'impegno nella costruzione di un welfare sociale, vale a dire ad una forte presenza delle donne nella politica, nelle associazioni femminili e non, nelle istituzioni per indicare le radici di questa rilevanza.
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