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Cristina Comencini, «L'illusione del bene» (2007)

Par Maurizia Morini : Lectrice d'italien MAE et historienne - ENS de Lyon
Publié par Damien Prévost le 27/11/2007

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Scheda di lettura del romanzo (L'illusione del bene)) di Cristina Comencini pubblicato nel 2007 da Feltrinelli.

L'autrice

Cristina Comencini vive a Roma ed è scrittrice, sceneggiatrice, regista e autrice di testi teatrali. Questo è il suo sesto romanzo che segue Passione di famiglia (Premio Rapallo 1995), La bestia nel cuore (Premio Castiglioncello 2004) tradotti, come gli altri, in molti paesi europei.

Il romanzo

Epigrafe iniziale

La difficoltà non sta nelle idee nuove, ma nell'evadere dalle idee vecchie, le quali, per coloro che sono stati educati come lo è stata la maggioranza di noi, si ramificano in tutti gli angoli della mente. (John Maynard Keines, Prefazione a Teoria generale dell'occupazione, dell'interesse e della moneta, p. 9)

Consegna finale

Non immagino nessuno che possa leggere queste righe, le affido a una donna che domani uscirà, le cucirà nell'orlo della gonna. Se andranno a finire in un tombino e l'inchiostro si scioglierà all'acqua e alla neve, le mie parole in ogni caso non andranno perdute. Esiste già chi le pensa. (Irina Arens, p. 157)

 

Il romanzo di Comencini ci narra di un uomo, Mario, di 58 anni, che è stato comunista, ha creduto che la politica militante fosse sinonimo del bene (cfr. il titolo) e oggi si pone interrogativi a cui nessuno vuole rispondere.

Dopo il crollo del Muro di Berlino c'è chi non cerca risposte, preferisce ignorare i passaggi storici; non così Mario, tormentato e ossessionato dalla fine del comunismo reale e dal non avere saputo o voluto vedere ciò che accadeva agli uomini e alle donne dei paesi dell'Est europeo.

Mario che non riesce a rispondere ad un quesito fondamentale: qual è il rapporto fra progettare il bene e fare il male? Chi ha vissuto la stagione delle lotte si sentiva dalla parte del giusto. Ed ora?

Non si tratta, tuttavia di un libro sul comunismo, e l'aspetto politico è solo una delle possibili chiavi di lettura insieme alla descrizione di vicende familiari e personali. Il protagonista, infatti, si separa dalla compagna e pare che i figli (i due della moglie e uno insieme) siano l'unica certezza della sua vita.

Ed è proprio Roberto, il figlio diciassettenne, la faccia di un'altra generazione, giovane, senza incrostazioni del passato che è alla ricerca di un mondo giusto, e che spesso costringe il padre con le sue secche analisi, a riflettere.

La narrazione trova una svolta significativa quando, occasionalmente, Mario incontra Sonja, una giovane pianista russa che vive in Italia con la nonna e la figlia e la cui madre, donna di grande intelligenza e vivacità mentale è scomparsa tragicamente, ad opera della repressione politica, negli anni che precedono il crollo dell'URSS.

Questa genealogia femminile ha un tassello mancante: la madre Irina, sulle cui tracce si metterà Mario, prima a Budapest poi nell'ex Unione Sovietica, scoprendo dagli archivi dei samizdat ( e pubblicazioni clandestine, i manoscritti segreti) che la donna, dopo anni di forzato ricovero psichiatrico, è ancora viva. Ma "il lieto fine" che la Comencini ci regala non è scontato, poiché dietro alla tragedia dei dissidenti e di Irina si scopre una tragica e dura verità.

Un romanzo corale: più generazioni, diversi luoghi, narrati con un ritmo lieve, gradevole che accelera, nel succedersi degli eventi, verso la fine, verso quel passaggio del testimone della citazione conclusiva.

È il senso del tempo che passa, ma le idee, quelle buone, il pensiero, non si disperdono. Questo il messaggio finale del libro.

 

Pour citer cette ressource :

Maurizia Morini, "Cristina Comencini, «L'illusione del bene» (2007)", La Clé des Langues [en ligne], Lyon, ENS de LYON/DGESCO (ISSN 2107-7029), novembre 2007. Consulté le 19/04/2024. URL: https://cle.ens-lyon.fr/italien/litterature/bibliotheque/cristina-comencini-l-illusione-del-bene